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Innovazione per decreto

Un decreto “interpretativo” e non “innovativo” è un’innovazione..

O no?

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  • Come nelle epidemie, la diffusione di questa particolare “innovazione” (e il suo andamento) dipende dai contatti possibili e dal numero di chi è prono a essere contagiato. E il contagio avviene perché siamo più attratti da uno che è diventato molto ricco piuttosto che cercare e ascoltare chi è rimasto molto onesto.
    Con tutte le conseguenze sul sistema dei valori.
    Tra questo restare e diventare, proviamo a sintetizzare: un tempo stabilire regole era un processo decisionale, in qualche modo collettivo, e osservarle era una responsabilità personale.
    L’innovazione (o è meglio dire la rivoluzione?) è in questo passo, di un lungo cammino, nel possesso privato del Parlamento.
    E’ questo ciò che vogliamo diventare?

  • Quante chiacchere. Volete cacciare il PDL ? Non votatelo. Non siete in numero sufficiente ? Fate qualcosa per diventarlo. Pigri ? Cercate alleati. Puzzano ? Tappatevi il naso. Vi trombano la/il fidanzata/fidanzato ? Figli miei, vi vedo e vi piango. Soprattutto perchè non avete ancora capito che i comunisti di una volta hanno il senso dello Stato. Per i “non ci sto” dovevate eleggere un democristiano.

  • @marco
    c’entra qualcosa con il fatto che il Pdl non riesce neppure a presentare le liste in tempo?

  • Nulla. Fosse per me, io la Polverini a Roma (la lista PDL collegata) l’avrei lasciata fuori. E per consolazione, un quintale di panini alla mortazza. Fosse per me (e anche per il TAR) Formigoni sarebbe stato comunque dentro, visto le travi negli occhi altrui e la scorrettezza di tutta la procedura di ricorso. Diciamo che qualcuno cia’ pprovato (come dicono nella Capitale) e gli è andata male (vedi Penati che si incazza). Brutto segno, comunque.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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