Luca De Biase

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Martedì, 6 febbraio 2007

Chi fa parte della classe dirigente in Italia

Il libro Elite e classi dirigenti in Italia (a cura di Carlo Carboni) copre un argomento fondamentale. Racconta del maschilismo, della gerontocrazia, dello scarso ricambio del ceto che guida gli italiani. Un lavoro da leggere.

Ho però faticato a capire a quali e quante persone si riferisca. Segnala che i leader in Italia sono 2mila, che l'élite traente è composta da 6mila persone, che la classe dirigente sia formata da 17mila persone. Spesso però propone i suoi calcoli sulla base delle 5.500 persone segnalate nel Who's who in Italy (a cura di G. Colombo). Un lavoro importante e indipendente ma dalle indicazioni imprecise tipo "vescovi delle più importanti diocesi italiane", oppure "sindaci delle maggiori città italiane", oppure "giornalisti e scrittori di fama nazionale", oppure "professori con particolari riconoscimenti nazionali e internazionali"...

A parte questo, l'impressione è che una riflessione sulla qualità del reclutamento della classe dirigente italiana, sulla sua preparazione, i suoi valori, la sua consapevolezza, la sua capacità di assorbire le persone giovani e di ascoltare le forze nuove che emergono nel paese, sia davvero ineludibile. Perché il periodo storico che stiamo attraversando è (come minimo) difficile: occorre elaborare una visione per passare dall'economia industriale all'epoca della conoscenza. E occorre un ceto consapevole che elabori, racconti, testimoni nel territorio quella visione. Per non lasciare la funzione di guida solo ai leaderini di origine televisiva.

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