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Malo

Un convegno di storici entusiasmante. Vissuto da Malo e dalla sua gente come un momento profondo di riflessione sull’identità locale e la prospettiva che la porta dal passato al futuro, lavorando in un presente così complesso. Credo che sia stata una dimostrazione del fatto che la storia non è assolutamente la scienza che studia il passato. È la disciplina della prospettiva. Se il mondo attuale non si interpreta senza ricorrere – sempre più spesso – alla “teoria della complessità”, ebbene la storia allena alla “pratica intellettuale della complessità”...

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Readings #8 – Coscienza, media, Pil

«Questi sono i miei principi. Se non vi piacciono ne ho altri» diceva Marx, nel senso di Groucho. Pare che questo marxismo abbia vinto, grazie alla strategia della disattenzione e al minestrone mediatico. Uno sguardo nuovo è possibile? La discussione sulle metriche che utilizziamo per valutare come stiamo è uno dei filoni di ricerca in questo senso. Su Les Echos il resoconto di un dibattito in materia. Il concetto di coscienza ha generato un dibattito molto complicato. Il lato morale o forse del “super-io” si è trovato minoritario rispetto al lato che riguarda il rapporto tra...

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T. S. Eliot sul tempo

Il tempo presente e il tempo passato
sono forse entrambi presenti nel tempo futuro
e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato

In Burnt Norton T. S. Eliot esplora il tempo. 

Attenzione media visioni

Readings #3 – Daniel Kahneman on information and more

Daniel Kahneman risponde al tema lanciato da un’intervista di Edge a Frank Schirrmacher, che di questi tempi è ossessionato da una domanda: è chiaro che la tecnologia sta cambiando la capacità umana di pensare, di ricordare, di esprimersi; è chiaro che le persone sono sempre più dipendenti dalle tecnologie; c’è qualcosa di fondamentale che sta succedendo; ma la cultura umana sta evolvendo in modo sufficientemente veloce per adattarsi a tutto questo? Kahneman dice che è possibile che il sistema dell’informazione attuale stia cambiando il nostro modo di essere umani e la...

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Appunti sul “futuro”

Prendendo appunti per una conferenza intitolata dagli organizzatori (con simpatico velleitarismo) alle tecnologie del futuro, si scopre che l’unica discussione sensata riguarda la maturazione di un metodo di indagine e interpretazione. Il futuro non è il posto dove ci sono le novità che man mano ci vengono offerte. Il futuro è l’insieme delle conseguenze di ciò che facciamo, del modo in cui pensiamo le conseguenze di ciò che facciamo, dell’apprendimento che modifica il modo in cui pensiamo le conseguenze di ciò che facciamo. E ognuna di queste cose che facciamo genera...

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Il Grande Fratello canta e balla

Grazie a Groucho leggo queste parole di Chuck Palahniuk (Ninna nanna). Che mi sembrano meravigliosamente forti per descrivere la strategia della disattenzione. “Il vecchio George Orwell aveva capito tutto, ma al rovescio. Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello. Il Grande Fratello si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti. Che sia completamente assorbito. Fa in modo che la tua immaginazione lentamente avvizzisca. Finché non diventa utile come la...

Economia Felicità visioni

Oldies #1 – Joy, Schwartz, Goldhaber…

Bill Joy Why the future doesn’t need us Wired 2000 Se non comprendiamo la tecnologia che sta entrando in contatto con il nostro corpo, prima o poi saremo tentati di migliorare tanto il nostro corpo da generare una sorta di nuova specie post-umana. Che potrebbe diventare la prossima specie dominante nella storia dell’evoluzione. Barry Schwartz The paradox of choice Ted 2005 Poca scelta è una sofferenza. Troppa scelta è un’ansia. Che può diventare inaccettabile e paralizzante. Perché troppa scelta genera enormi aspettative. E dopo qualunque faticoso processo di scelta, la...

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Readings #2

Frank Schirrmacher è uno degli intellettuali mediaticamente più influenti in Germania. Di questi tempi è ossessionato da una domanda: è chiaro che la tecnologia sta cambiando la capacità umana di pensare, di ricordare, di esprimersi; è chiaro che le persone sono sempre più dipendenti dalle tecnologie; c’è qualcosa di fondamentale che sta succedendo; ma la cultura umana sta evolvendo in modo sufficientemente veloce per adattarsi a tutto questo? (come dire: di fronte all’esplosione delle idee ci sono abbastanza cervelli per comprenderle?). La discussione che segue è su Edge. Il...

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Readings #1

Perché i compensi dei banchieri di Wall Street non scendono e non scenderanno? Perché si prendono quasi la metà del profitto delle banche? È un fenomeno antropologico, non economico, dice Daniel Gross su Slate. Avatar è il nuovo film di James Cameron. Ed è una buona scusa per leggere questo bellissimo pezzo dedicato al registra, pubblicato da Dana Goodyear sul Newyorker. Reinventare l’Europa. Da società della conoscenza a società dell’innovazione. Le opinioni di un panel voluto dalla Commissione Europea riservano spunti interessanti, perché per lo meno si pongono problemi veri e...

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I commons funzionano

I commons non sono gestiti male, non sono inefficienti e non sono destinati a essere privatizzati o messi sotto il controllo dello stato per funzionare (come vorrebbe l’integralismo economicista). O almeno questa è la conclusione cui è giunta Elinor Ostrom, che ha appena co-vinto il premio Nobel per l’economia. (Wsj)

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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