La crescita demografica sul pianeta sarà concentrata nelle città (Ambrosetti). E sarà essenzialmente legata all’invecchiamento della popolazione (Onu). Lo spazio occupato dalle aree urbane continuerà a espandersi e la biodiversità sarà messa in discussione.
Per questo Edward Wilson propone con molto coraggio intellettuale di destinare metà del pianeta a riserva naturale. Uno spazio inviolabile nel quale lasciare sviluppare l’ecosistema senza troppe interferenze umane, senza consumo di suolo, senza banalizzazione della biodiversità. La forza morale, dice Wilson, è propria delle comunità umane che si sono adattate meglio all’evoluzione perché le ha dotate di una sorta di altruismo nei confronti degli altri individui che ha salvaguardato l’insieme dei gruppi che ne erano dotati. Ora forse occorre dimostrare altruismo anche per le altre specie animali.
Sta di fatto che l’ecosistema urbano non sarà lasciato alla pura logica del consumo di risorse. Senza una ricerca di armonia ambientale e varietà vitale. La nuova urbanistica e la prossima architettura, la dinamica delle smart city e delle piattaforme urbane, la strategia di trasformazione dei mezzi per la mobilità e la comunicazione, l’introduzione dell’agricoltura in città la “densificazione” delle aree per aumentare gli spostamenti a piedi e con i mezzi pubblici, sono parte integrante della salvaguardia del pianeta. Anche perché sono connessi a un salto di qualità nella consapevolezza delle società che dovranno decidere sulle attività che salvano il clima, la biodiversità e la qualità culturale della vita sociale. Ma forse la città è proprio la dimensione migliore per prendere delle decisioni coraggiose di questo ordine. La città è un luogo comprensibile, più dello stato o della tecnocrazia sovranazionale, nel quale si può elaborare un sistema decisionale partecipativo, deliberativo, libero: perché a dimensione umana. Imho.
Anche per questo, domenica, è importante votare.
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