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Ryan Holiday: Credimi! La manipolazione della realtà genera realtà.

La percezione della realtà genera un contesto nel quale la società crede di vivere. E le persone agiscono di conseguenza. La manipolazione della percezione avviene attraverso un insieme di tecniche che vengono coscientemente utilizzate da pochi per ottenere specifici comportamenti da parte di molti. Nella complessità del mondo attuale, si moltiplicano le possibilità di informazione corretta e contemporaneamente le opportunità per i manipolatori.

libro-holiday A tutto questo è dedicato il libro di Ryan Holiday, Credimi, sono un bugiardo. Confessioni di un manipolatore di media (Hoepli). Una descrizione senza peli sulla lingua della manipolazione favorita dalle tecniche che si stanno sviluppando su internet. Forse troppo concentrata su quest’ultimo punto: perché il tema supera i timori di chi non comprende la rete e attribuisce al web la responsabilità della confusione tra reale e irreale, visto che – a giudicare dall’esperienza televisiva italiana e non solo – riguarda l’insieme di una mediasfera divenuta ormai “ambiente”.

Questa è la peculiarità che contraddistingue il mondo di oggi: una linea sfumata tra ciò che è reale e ciò che è falso; tra ciò che accade veramente e ciò che è solo inscenato; tra ciò che è importante e ciò che è assolutamente insignificante (…).
Le notizie false non si limitano a ingannarci. Il problema dell’irrealtà e degli pseudoeventi non risiede soltanto nel loro essere irreali, bensì nel fatto che non rimangono irreali. Per quanto esistano essi stessi in qualche limbo tra realtà e finzione, il dominio in cui vengono fruiti e in cui generano reazioni è indubbiamente reale. Riportati al pubblico come notizie, tali eventi contraffatti subiscono un processo simile al riciclaggio di denaro sporco: da banconote inutilizzablil diventano soldi puliti con cui possiamo comprare cose vere.
Come scriveva Walter Lippmann, le notizie formano una sorta di pseudoambiente, ma le nostre reazioni a tale ambiente non sono affatto preudoazioni, bensì azioni reali”.

Le tecniche di manipolazione della percezione della realtà sono emerse già all’epoca della televisione. E per quanto Holiday le descriva soprattutto come fenomeni internettiani e bloggeristici, è proprio dalla manipolazione televisiva che sono nate. Internet le ha generalizzate, abbattendo le barriere all’entrata in gioco di manipolatori di nuova concezione.

Il fatto è che la qualità dell’informazione, documentata e verificata, discende da una cultura del consenso intorno al metodo con il quale viene generata. E si rivolge a una cultura che valorizza e apprezza i fatti ricercati e descritti con accuratezza, completezza, indipendenza e legalità. In tutte le epoche, la maggior parte delle persone non ha tempo e attenzione per verificare tutte le notizie e, in tutte le epoche, coltiva un senso critico in una minoranza di argomenti – magari quelli dei quali si occupa di più – lasciandosi guidare da altri per la maggior parte delle questioni. La razionalità controllata, dice Kahneman, si riserva a una minoranza di argomenti e decisioni, mentre la maggior parte dei comportamenti sono guidati dall’intuizione, cioè dalla prima cosa che viene in mente: spesso l’intuizione emerge da informazioni manipolabili, ripetute più che documentate. Internet non è altro che uno strumento in più per questa pratica.

Ma proprio tra gli esempi citati da Holiday, il più grosso è quello dell’amministrazione americana che ha convinto i suoi cittadini dell’opportunità di andare a fare la guerra in Iraq: lo ha fatto usando tecniche di manipolazione che non si concentravano solo su internet, ma anzi facevano largo uso della televisione. Internet però ha aperto la strada a una genìa di nuovi manipolatori. E il libro di Holiday consente di rendersene conto in modo documentato. Con un caveat che assomiglia al paradosso del cretese che dichiara “tutti i cretesi sono mentitori”. Ma questa è un’altra storia.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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