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Connessi, contaminati, cosmopoliti

More about ConnectedGli strumenti di connessione tra gli individui sono in enorme sviluppo. Ne parliamo molto. La rete, il network sociale, la collaborazione. Ma anche la contaminazione, il contagio. Stiamo finalmente scoprendo le ricchissime dimensioni della socialità nella loro concretezza, fisica e pratica. I neuroni specchio ci uniscono profondamente, interiormente, agli altri. E internet, mobile o fissa, estende le nostre capacità di essere insieme. Non manca chi vede l’emergere di intelligenze collettive, o addirittura di organismi superumani fatti di tanti individui connessi. Le metafore servono, si sprecano e forse si consumano. Servono a digerire le novità quando le riportano a parametri conosciuti, servono ad aprire nuove opportunità creative quando creano impreviste connessioni concettuali o culturali.

Nicholas Christakis e James Fowler non si tirano indietro in tutto questo enorme discorso. Usano dati, scienza e metafore generosamente. Connected è una ricognizione di quello che sappiamo delle reti sociali, dei loro meccanismi di funzionamento e delle loro conseguenze sugli individui. Spesso conseguenze impreviste. Che danno però conto del fatto, inequivocabile, che siamo individui ma siamo anche gruppi e siamo anche specie. La consapevolezza di quanto c’è in noi di collettivo, però, ci deve servire a coltivare anche quanto c’è in noi di individuale. Per poter portare il nostro responsabile apporto creativo all’insieme. Questa consapevolezza aiuta i megalomani a conoscere il limite del loro possibile impatto, ma soprattutto aiuta la maggior parte di noi, più modesti e timidi, a conoscere le grande potenzialità che hanno le nostre azioni.

Si scopre infatti che siamo contagiosi, in tutto. Gli studiosi ritrovano i segni di un’influenza importante tra le persone sia nei comportamenti problematici – mangiare troppo, fare una vita poco sana, avere comportamenti violenti, abitudini di branco, e così via – sia nei comportamenti virtuosi. Scopriamo che un comportamento eticamente corretto non ha impatto solo nel piccolo entourage nel quale l’atto viene compiuto ma produce conseguenze molto più lontane. Quindi non ha senso tirarsi indietro pensando che la nostra azione è troppo piccola per contare: in realtà, conta. Anche la correttezza è contagiosa.

Ha senso pensare iniziative nella rete perché possono avere conseguenze vere e importanti. Ha senso creare piattaforme che incentivino i comportamenti collaborativi perché possono avere effetti importanti. Ha senso investire nell’economia della conoscenza in rete perché può generare grande valore. La rete ha una dinamica specifica, che va compresa: ma che quando viene compresa apre molte porte. Anche il libro di Nicholas Christakis e James Fowler aiuta a riconoscerle.

Le reti sociali che fanno riverberare le azioni di rete sono certamente quelle locali e quelle che riuniscono persone accomunate da interessi, linguaggi e culture simili. Ma l’enorme potenzialità della rete internet, mai vista prima in effetti, è quella di creare le condizioni per reti internazionali, capaci di superare limiti prima invalicabili. La dimensione cosmopolita è probabilmente la più ricca culturalmente e praticamente, oltre che la più adatta a vivere in modo equilibrato la multidimensionalità identitaria che la rete rende possibile. Il cosmopolita si sente a casa dovunque ma non perde mai le sue radici.

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  • Condivido totalmente… noi nel nostro manifesto abbiamo detto “questo è il nostro modo di vivere: veloce, mutevole, parallelo.”, ma il concetto è lo stesso di connessi, contaminati, cosmopoliti.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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