Sul Corriere, oggi, a pagina 9, una citazione in alto nella versione cartacea. Il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna prende posizione in difesa di Paola Concia, insultata.
Dice Carfagna: “Chiedo scusa a Paola Concia a nome degli italiani perbene, che sono la stragrande maggioranza, e del governo”.
Gli italiani perbene. Virgola. E del governo. Due concetti chiaramente distinti e separati.
perplessità
Politica dei vecchi, anzi antiquorum
La strategia energetica italiana è scritta con i risultati dei sondaggi e dotata della forza visionaria di una cicala. Tutto è finzione. Chi sosteneva con grandi ragioni tecniche ed economiche l’opportunità di risolvere tra 15 anni una piccola quota del nostro fabbisogno energetico con il nucleare si è scontrato con la psicologia sociale. E ha deciso che fare una brutta figura al referendum è peggio che battersi fino in fondo per la propria idea. Si vede che quelle grandi ragioni non erano poi tanto grandi. O che chi le sosteneva davvero era uno strumento nelle mani di chi non aveva...
Europa troppo neutrale sulla net neutrality
Si direbbe che l’Europa faccia la voce grossa per dire una cosa piccola sulla net neutrality. Il pezzo del Guardian vede il bicchiere mezzo vuoto. La Commissione si dichiara convinta sostenitrice della net neutrality ma non chiarisce che cosa esattamente impedirà di fare alle telco. Dice solo che se vanno troppo in là nella “gestione del traffico” interverrà. Il che può significare un po’ di tutto: lascerà che blocchino il peer-to-peer e il voip per salvaguardare i propri interessi? Consentirà che, in base a leggi locali, i provider diano un po’ di fastidio...
Libertà di internet: dov’è l’Italia
Nella mappa della libertà di internet, l’Italia è pari alla Gran Bretagna, con minore diffusione, ma peggio di Usa e Germania. (Economist)
Abbassare i toni: quando serve
Il disastro di Fukushima è ora classificato 7: la stessa misura di quello di Chernobyl, il più grave della storia. Le unità di misura sono quello che sono e accostano dunque i due disastri anche se la quantità di emissioni è molto diversa. La notizia comunque arriva quando tutto il sistema dell’informazione globale è riuscito ad abbassare i toni tanto da far scendere questo argomento nella gerarchia dell’importanza percepita dei fatti. (Repubblica)
Cultura delle Marche
L’industria culturale è un settore portante dell’economia, dice Pier Luigi Sacco al Forum sulla cultura di Ancona. E la cultura genera valore direttamente e indirettamente. Nella programmazione europea in preparazione Bruxelles prevede di tener conto: 1. che nei territori in cui i cittadini hanno più accesso alla cultura l’economia è più innovativa; 2. Che dove c’è migliore accesso alla cultura tutti gli indicatori di qualità della vita e della sanità o del welfare sono migliori; 3. In quei territori le persone sono più capaci di gestire le attività orientate alla...
Spammer adulatori
Nelle ultime dodici ore sono stati pubblicati nei commenti a questo blog 460 messaggi di spam. Ed erano tutti messaggi straordinariamente positivi nel giudizio su quanto qui pubblicato. Mai un commentatore vero si è sognato di di lodare sperticatamente il lavoro di scrittura svolto su questo blog. Gli spammer invece scrivono valutazioni trasognate dal piacere di leggere questi post. Allo scopo naturalmente di mettere link a siti più o meno illegali. Quindi un’attività che richiede un sacco di tempo è diventata cancellare le lodi e rispondere alle critiche, rispettandole. C’è...
Voglia di leggere
Ci sono 2 utenti di Twitter che sono follower di 524mila altre persone. Uhmm… D’altra parte solo 20mila utenti di Twitter producono il 50% di tutti i messaggi… E l’attenzione resta molto concentrata, sia dal punto di vista settoriale (gente dei media segue gente dei media, celebrità seguono celebrità, ecc.) sia dal punto di vista assoluto (molti seguono pochi). Lo studio che lo registra è di Cornell e Yahoo! e si può consultare liberamente. Twitter è popolato da quasi 200 milioni di persone. Ma il comportamento delle persone è molto differenziato. Ci sono poche persone...
Per ora è il New York Times che pay il suo wall
Il pay-wall del New York Times è costato 40-50 milioni di dollari in programmazione. Il punto è che non si riesce a capire in che modo abbiano speso tutti quei soldi per un progetto del genere. Philip Greenspun è altrettanto perplesso. Dice che il finanziamento necessario alla realizzazione del progamma iniziale di Google non ha superato i 25 milioni in programmazione. E dice che il New York Times aveva già un sacco delle componenti necessarie al pay-wall. E dunque: dove hanno speso 40 milioni?
Bolla o non bolla
Al New York Times riprendono il dibattito sulla presunta bolla internet 2011. E fanno un confronto con la bolla 1998-2000. Risultato: valutazioni esagerate, ma situazione diversa. Come si diceva. Dave Winer ammette che si tratta di un dibattito importante, ma non tanto per i finanzieri (tanto quelli se la cavano sempre) quanto per gli imprenditori e i lavoratori. Chris Dixon nota che comunque questa bolla è per ora restata nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Il punto è proprio questo: evitare che la sua esplosione coinvolga risparmiatori, lavoratori, imprenditori.



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