La musica è più avanti di tutti i vari comparti dell’editoria nell’adattamento alla rete digitale sociale. E le considerazioni di Rafat Ali vanno lette anche in questo senso. C’è da imparare per tutti, compresi i giornali. 1. Comunità strette intorno agli artisti, non ai loro editori 2. Piattaforme sulle quali può succedere di tuttto, non un solo modello di business 3. Nuovi...
Autore - Luca De Biase
Jay Rosen si domanda perché dopo tutto il gran parlare che se n’è fatto nessun editore ha cominciato sul serio a far pagare i contenuti online: «perché l’estate dei contenuti a pagamento è diventata “qualcuno tiri il grilletto così vedremo tutti che è un errore?”». E cita Nanosaur. (Giornali da discutere).
Stewart Brand, vagamente hippie, ispirato dalla foto della Terra vista dalla Luna, scriveva quarant’anni fa nello Whole Earth Catalog: «Siamo come dei, e potremmo anche diventa bravi in questo ruolo».
Ora Stewart, preoccupato dal cambiamento climatico, dice: «Siamo come dei, e dobbiamo diventare bravi in questo ruolo». Su Edge.
Secondo Stefano, la Telco (proprietaria del pacchetto di azioni che controlla la Telecom Italia) è prossima allo scioglimento. Perché alcuni soci non vogliono metterci altri soldi. Ma se si scioglie, e se le perdite vengono dunque registrate nei bilanci dei soci, che cosa succede? Il pacchetto più consistente, se non sbaglio, è ancora quello della Telefonica. Entro il 28 ottobre si dovrebbe...
I celllulari tipo iPhone e Android stanno rendendo il wi-fi interessante. Ne parla Om Malik. E Google Voice.
Nonostante le mille difficoltà poste dalla legge italiana (e nonostante le controversie nate intorno alle iniziative come quella di Venezia), chi lavora sul wi-fi partecipa allo sviluppo.
E dunque. I giornali sono in crisi e cercano una soluzione per uscirne. Qualche editore pensa di poter vendere l’accesso ai giornali online. Altri pensano a provvidenze statali. Molti lamentano l’indebita interferenza degli aggregatori che vendono pubblicità usando le notizie pubblicate dai giornali. La discussione sul giornalismo che si è sviluppata grazie ai commenti su questo blog...
Se non lo sanno, come cinguettano, le aziende possono dare un’occhiata a questo utile pezzo di Mashable.
Un panel di esperti incaricato dal governo britannico di stabilire le linee guida per la cura della febbre suina ha detto che non era necessario distribuire massicciamente il Tamiflu per non rendere il virus resistente alla medicina in caso di una pandemia. Ma il governo ha deciso di mandare in giro la medicina della quale ha fatto amplissima scorta per non spazientire i sudditi britannici. E...
Gli editori si domandano come dare ai loro giornali un modello di business che stia in piedi. E pensano di vendere le notizie online. I commenti a un post su questo argomento – che parlava di come gli editori non abbiano mai venduto le notizie in precedenza, ma abbiano venduto altro – sono molto stimolanti. Federico Bo sottolinea le conseguenze della rete...
Le proposte si moltiplicano. Dopo i 12 consigli di Mashable, arriva Jeff Jarvis con la federazione di aggregatori locali (TechCrunch). E un’iniziativa di J-lab con cinque editori. Intanto Spot.us avanza. Le notizie locali sembrano al centro della questione.
Intanto, la Huffington commenta la situazione (the future of news will be social). E lo fa sul blog di Facebook.