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L’identità di Twitter

Che cos’è Twitter? Milioni di persone lo usano. Non ha ancora un modello di business. Ha ottenuto finanziamenti giganteschi. Ma non è chiaro che cosa sia, dice Farhad Manjoo. Non è destinato a sostituire Google e non è destinato a sostituire Facebook. Questo è chiaro, anche se la pubblicistica ha fatto qualche allusione a queste possibilità. 

E’ cominciato come un sistema per lanciare micromessaggi (in risposta alla domanda standard: “che cosa stai facendo?”) agli amici. Se l’utente voleva poteva chiudere la lettura ai soli autorizzati. Ma in generale si lasciava aperta a chiunque fosse interessato. E per questo è diventato un sistema di microblogging. Che in qualche misura facevano informazione veloce. Quindi è stato popolato non solo da persone ma anche da organizzazioni e giornali che vogliono informare. Ma con milioni di utenti è anche un sistema per valutare la rilevanza delle notizie che possono essere rilanciate, commentate, criticate dagli utenti. 
Insomma. Twitter è stato concepito pensando a una forma di utilizzo e poi le persone lo hanno trasformato più volte in qualcosa d’altro. Le applicazioni nate su Twitter, come il motore di ricerca, hanno accompagnato questi cambiamenti. Il suo sviluppo, penso, resta nelle mani delle persone che lo usano più che nelle strategie dei suoi progettisti. Questi, piuttosto, devono saper bene interpretare e accompagnare anche in futuro le invenzioni degli utenti. Che poi ci si possano fare soldi, al di là della pubblicità ed evitando invasioni di campo sui temi della privacy, resta un tema aperto. A quanto pare in ogni caso, tutti pensano che con svariati milioni di utenti, una forma di redditività si troverà.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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