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Stati generali dell’ecosistema startup italiano

Oggi, agli Stati generali dell’ecosistema startup, organizzato da ItaliaStartup, è emersa l’immagine della prossima fase di sviluppo della innovazione nel territorio italiano.

Impossibile un riassunto del ricco dibattito al quale hanno partecipato Roberto Albonetti, Regione Lombardia, Francesco Lazzarotto, Warrant Group, Riccardo Donadon, ItaliaStartup, Alberto Baban, Piccola industria Confindustria, Pierantonio Macola, ItaliaStartup e Smau, Stefano Firpo, Mise. Ecco alcuni messaggi da ricordare.

1. L’ecosistema dell’innovazione italiano sta giocando un campionato globale e può migliorare la sua classifica se fa squadra. Perché il mondo non finisce a Silicon Valley. Perché si stanno sviluppando nuovi hub dell’innovazione. Perché non si vede perché uno di questi non potrebbe essere in Italia. Perché un ecosistema non nasce per logiche campanilistiche, corporative, furbesche: nasce da un duro lavoro di modernizzazione, da una visione comune, dalla collaborazione di tutti gli attori.
2. La visione è sempre più chiara: l’Italia ha un sistema industriale forte e competitivo in alcuni settori e con sistemi di imprese speciali, che esportano, che si occupano di produzione di beni ad alto valore aggiunto, che spesso innovano anche sviluppando alta tecnologia. Come ha detto Baban ci sono almeno 240mila imprese con più di 5 dipendenti e con meno di 250 dipendenti che stanno sul mercato internazionale e che, almeno in parte, possono diventare protagoniste dell’ecosistema dell’innovazione. La connessione delle startup a questo tipo di industria può avere l’effetto di accelerare l’innovazione del sistema e dare uno sbocco alle startup che non sia solo quello di tentare la fortuna sui mercati digitali centrati su altri ecosistemi.
3. La collaborazione di tutti gli attori dell’ecosistema riguarda le imprese, le pubbliche amministrazioni, le infrastrutture, il sistema educativo, la finanza… Per fare squadra, queste entità devono coordinarsi intorno alla visione comune e prendere consapevolezza delle realtà internazionali con le quali si confrontano.

Sembra difficile, come tutto in Italia. Ma il fatto è che negli ultimi due anni il governo e molte amministrazioni territoriali hanno davvero fatto passi da gigante per rendere il paese più ospitale per le startup. Il fatto è che la nostra industria esportatrice è davvero competitiva e dotata di valori unici nel panorama internazionale, ha risorse e può comprendere che nel sistema delle startup c’è un potenziale innovativo che la riguarda. Il fatto è che i giovani che sono orientati a cogliere questa opportunità si moltiplicano. E che la finanza è arretrata ma in crescita. In questo mondo dell’innovazione si compete duramente ma si vince insieme.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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