Rosy Battaglia ha avviato Cittadini reattivi per raccogliere informazioni sulle zone industriali da bonificare e diffondere la consapevolezza di uno dei temi più importanti della costruzione di un ambiente post-industriale sensato e vivibile. Se n’è parlato ieri a Perugia.
E subito sono arrivate le prime segnalazioni di cittadini che reagiscono e attivamente contribuiscono a diffondere per lo meno segnali da approfondire. Come è il caso della popolazione preoccupata per l’insediamento di un inceneritore di rifiuti tossici farmaceutici tra Busto, Castellanza, Legnano e Olgiate Olona.
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Il caso va segnalato di per se. E offre spunti di riflessione. Per prendere coscienza dell’ampiezza ecosistemica del tema dell’innovazione nell’informazione.
1. I cittadini che rifiutano un insediamento che considerano pericoloso hanno tutte le ragioni di riunirsi, protestare, far sapere le proprie posizioni. E quindi il sistema dell’informazione si attrezza per la partecipazione dei cittadini alla circolazione dell’informazione.
2. L’informazione deve circolare sulle loro attività. Ma deve andare anche a fondo sulla reale nocività del progetto. La trasparenza dell’informazione in questo caso è un diritto. Ed è un dovere cercare di arrivare a informazioni accurate, legali, indipendenti e complete, per costruire un terreno comune sul quale la popolazione e le amministrazioni possono scegliere consapevolmente (i traffici riservati tra amministratori, proprietari terrieri, addetti all’assegnazione di permessi, ecc ecc, non sono il modo giusto per togliere di mezzo i sospetti e tranquillizzare la popolazione).
3. La ricerca deve trovare una strada per ridurre al minimo i rifiuti tossici farmaceutici modificando il design e il processo produttivo industriale dei farmaci. Su questo l’informazione deve cercare, interrogare, trovare ogni possibile soluzione sperimentata. È informazione di mutuo soccorso: fare tesoro dell’esperienza ovunque sia generata per migliorare i processi. Perché alla fine il tema ecologico si risolverà riducendo i rifiuti, gli sprechi, i materiali di risulta non utilizzati nella produzione, almeno tanto quanto si risolverà cercando fonti di energia rinnovabili.
La strada del rinnovamento dell’informazione è lunga. Impegnativa. E molto importante.
[…] bonificate, come tanti altri siti inquinati di interesse nazionale e regionale di cui parlerò in Cittadini reattivi Dall’altra quella di centinaia di uomini e donne esposti all’amianto, che come nel caso […]
[…] Cittadini reattivi è il progetto ambientale sostenuto da Bicipace in questa […]
[…] Inchieste partecipate. Cittadini e professionisti dell’informazione si accordano su un metodo per la produzione e condivisione di informazioni su temi rilevanti per la comunità – ispirato ai principi di accuratezza, completezza, indipendenza, legalità – per poi raccogliere notizie e proporle online con buona qualità espositiva. Naturalmente, quando queste iniziative vengono riprese dai media tradizionali e raggiungono una buona notorietà è un successo. Ma il loro scopo è costruire ambiti di attività civica per le persone sensibili della comunità e di alimentare un’educazione alla qualità dell’informazione sui media. (Vedi Cittadini reattivi). […]
[…] cittadini e giornalisti “reattivi” e che spero possa proseguire nel tempo, mappando un cambiamento necessario nel sistema informativo, nell’accesso ai dati su salute e ambiente e nelle modalità di partecipazione di tutti noi […]