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UNESCO. La cultura è un bene comune globale

Grazie a Paolo Granata che era presente, vedo questa notizia. Le cui conseguenze possibili sono più grandi di quanto possa pensare chi è convinto che la cultura sia qualcosa di meno che indispensabile alla sostenibilità.


A Città del Messico, i rappresentanti di 150 stati hanno adottato all’unanimità un’ambiziosa Dichiarazione per la Cultura, al termine di una conferenza di tre giorni convocata dall’UNESCO per concretizzare un lavoro durato anni. Il testo afferma che la cultura è un “bene comune globale”.

Alla conferenza MondiaCult 2022 hanno partecipato 135 ministri della cultura. E 2.600 delegati per oltre 150 paesi.

“La cultura ha un ruolo fondamentale nelle nostre società. Attraverso la cultura le persone possono scoprire la loro comune umanità e diventare cittadini liberi e illuminati. Eppure, nonostante i progressi, non ha ancora il posto che merita nelle politiche pubbliche e nella cooperazione internazionale. La Dichiarazione è un impegno per passare all’azione” ha detto Audrey Azoulay, direttore generale dell’UNESCO.

La Dichiarazione dice che la cultura è un bene comune globale e dunque deve entrare in pieno della prossima lista degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU.

Tra i valori della cultura sui quali gli umani hanno diritto di poter contare sono ricordati: diritti sociali ed economici degli artisti, libertà artistica, diritto delle comunità indigene di salvaguardare e trasmettere le loro conoscenze ancestrali, protezione e promozione del patrimonio culturale e naturale. La Dichiarazione “chiede inoltre una regolamentazione sostanziale del settore digitale, in particolare delle principali piattaforme, a beneficio della diversità culturale online, dei diritti di proprietà intellettuale degli artisti e di un accesso equo ai contenuti per tutti”. L’UNESCO nel frattempo si impegna a costruire entro il 2025 un museo virtuale degli oggetti d’arte rubati che servirà ad alimentare l’educazione sull’arte.

I 150 paesi hanno deciso di riunirsi ogni quattro anni in un World Forum on Cultural Policies organizzato dall’UNESCO.

“Secondo i dati dell’UNESCO, il settore culturale e creativo è uno dei più potenti motori di sviluppo a livello mondiale. A livello globale conta più di 48 milioni di posti di lavoro – quasi la metà dei quali sono occupati da donne – che rappresentano il 6,2% di tutta l’occupazione esistente e il 3,1% del PIL globale. È anche il settore che impiega e offre opportunità al maggior numero di giovani sotto i 30 anni”.

Leggi il testo della Dichiarazione.

Gli umani evolvono per via biologica e culturale. La loro umanità è ciò che li accomuna. E la cultura è un bene comune. Come ogni bene comune diventa una risorsa che una comunità gestisce per il proprio sviluppo. E in questo caso può gestirla soltanto la comunità di tutti gli umani. Che in questo modo costruiscono le basi di uno sviluppo sostenibile. L’ambiente, la qualità delle relazioni sociali, la cultura umana sono i beni comuni che costituiscono la comunità degli umani.

Non sono soltanto belle parole. Sono il fondamento di una nuova impostazione. Al centro del ragionamento sulla convivenza non c’è più soltanto il mercato o lo stato, ma la comunità. L’unica dimensione della convivenza che si può davvero occupare dei beni comuni, dai quali dipende la sostenibilità.

La conseguenza del ragionamento sulla sostenibilità è che il mercato e lo stato sono importanti, ma la comunità lo è di più.

Intanto, la guerra e la divisione internazionale distruggono il terreno comune sul quale gli umani costruiscono il loro futuro. L’epoca dell’ossessione dello stato e del mercato è pronta a passare. Ma la visione della comunità è ancora utopistica e immatura. Occorre un’accelerazione culturale fondamentale. I pensieri giusti non possono fare male. Questi dell’UNESCO sono pensieri giusti. Gli umani hanno bisogno di ascoltarli. Anche se non ci riescono ne hanno bisogno.

Gli umani hanno bisogno di prendersi almeno un minuto per pensare questi pensieri. Se li lasciano entrare nella loro mente, questi pensieri lasciano il segno sul loro futuro.


Foto: “2010 Mexico 204e — 2 Mayan temples” by jjjj56cp is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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