A quanto pare, scrive il Guardian, Facebook ha usato il femminismo di Sheryl Sandberg per trovare una complicità con alcune rappresentanti poliche europee e ammorbidire le loro posizioni fortemente critiche sulle politiche “distratte” intorno ai diritti umani e alla privacy del social network americano (Guardian).
Qualche giorno prima un comitato parlamentare britannico aveva definito le politiche di Facebook in modo piuttosto sbrigativo, dopo averle studiate per 18 mesi. I termini usati in quell’occasione definiscono le strategie di Facebook con parole tanto dure che è meglio leggerle sul rapporto originale (Guardian).
Di certo c’è un fatto. Mark Zuckerberg nel 2010 aveva esplicitamente dichiarato che per lui la privacy è un problema vecchio e superato (Guardian). Solo recentemente aveva affermato di volerla rispettare. La sua azienda è stata costruita con i valori originari del capo. E a quanto pare solo recentemente cerca di correggerli.
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