Dal 4 agosto del 2008, Enrico Giovannini è presidente dell’Istat. Dice: «Ero a Parigi, a fare il lavoro più bello che possa desiderare. Ma sono tornato in Italia per l’Istat: vuol dire che credo all’Italia…».
Incontrare Giovannini è un piacere per chiunque abbia a cuore il senso della repubblica, di ciò che abbiamo in comune come cittadini, compresa la conoscenza. La sua Istat si è certamente rivitalizzata in termini di ricerca statistica, organizzazione interna, contributo ai media, accessibilità dei dati e innovatività delle iniziative. Il censimento online, 8 milioni di persone che hanno risposto via web, è stata la più grande operazione su internet della storia italiana. Ma a sentirlo parlare, si sente che il suo piacere intellettuale e sentimentale è soprattuto concentrato sul fatto che il censimento è stato un momento nel quale le persone che vivono in Italia si sono sentite insieme.
Ieri sera nel corso di una cena organizzata a Roma in suo onore, Giovannini ha dato un’immagine di quello che vede intorno a sé attraverso i dati (riassumo drasticamente):
1. L’Italia è ufficialmente in recessione
2. L’inflazione è ancora elevata ma si dovrebbe stabilizzare
3. I salari sono fermi
4. La flessibilità non è il problema centrale per chi entra nel mercato del lavoro (sa che la flessibilità è una condizione necessaria)
5. Gli italiani, intervistati su ciò che serve per il benessere, dopo la salute citano “un lavoro per i figli”.
La prospettiva dei figli è il perno di una riforma del sistema italiano. La conservazione delle abitudini attuali sembra forse necessaria proprio ad assistere i figli che non riescono ad entrare nel lavoro. Ma, dice Giovannini (se non riassumo male): si dovrebbero aiutare i ragazzi e le loro famiglie a investire sulle prospettive di lavoro dei figli, non solo sui loro livelli di consumo.
Il sito che si occupa delle rilevazioni intorno al Benessere equo e sostenibile, realizzato dall’Istato e dal Cnel: Misure del Benessere.
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