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Sostiene Tim Cook

Steve Jobs non si occupava molto degli investitori e del mondo finanziario. Si occupava di costruire le condizioni perché la Apple facesse grandi prodotti. Tim Cook è andato a parlare a una conferenza organizzata dalla Goldman Sachs, una delle banche che più temibili del mondo, almeno per coloro che sospettano che la condotta dei padroni dell’iperfinanza abbia qualcosa a che fare con la crisi reale che il mondo occidentale sta attraversando.

Tim Cook ha difeso la cultura della Apple e la sua concentrazione sulla qualità dei prodotti. Ha dichiarato che la Apple compie ogni sforzo per garantire una qualità dell’ambiente di lavoro più decente nelle fabbriche che lavorano ai suoi prodotti in Asia e ovunque. Non ha dato indicazioni sulla destinazione che intende dare ai 100 miliardi di liquidità che la Apple ha in banca (forse buy-back di azioni, forse dividendi, forse…). Ha affermato che uno degli spazi di espansione è la televisione, anche se la AppleTV non è andata molto lontano finora. (Nytimes)

Non pare sia venuto fuori come Cook riuscirà a coltivare il pensiero differente della Apple, ma sembrerebbe che stia lavorando a mantenere quella ispirazione. (Gigaom). Qualcuno pensa che i numeri dei successi della Apple sono tali da creare la tentazione di difendere quanto è stato costruito piuttosto che cercare strade ulteriori. Ma sono anche la chance per esplorare dove altri non hanno i mezzi per andare. (Asymco). Cook ha vantato 100 milioni di utenti di iCloud: la piattaforma online di sincronizzazione dei device Apple. (TheNextWeb). Forse questa è una delle tematiche più interessanti: per ora sembra orientata a creare un lock-in dei prodotti Apple più che a generare un servizio facile e gradevole. Un’innovazione profonda in questo settore potrebbe essere la premessa di un’esplorazione intelligente di nuovi spazi. Ma questo servizio, a me pare, resta per ora pensato più in chiave di conservazione che di innovazione semplice e liberatoria.

Per Tim Cook c’è molta strada da fare, ovviamente. Il passaggio alla Goldman Sachs è stato una tappa che Jobs non avrebbe forse fatto. Certo, anche Cook deve cercare il suo modo di “pensare differente”. Sperando che “pensi giusto”.

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  • La Apple è nel periodo più florido di sempre. Tim Cook è stato il braccio destro di Jobs durante il trionfo della Mela ed, in teoria, conosce bene la formula che ha reso così forte la società.
    Mi chiedo però se in un contesto così competitivo, non tanto per bassa concentrazione di mercato ma per la rapidità con cui si generano nuovi mercati e prodotti, rifarsi al “vecchio” seppur recentissimo sia una buona idea.
    La Apple è fortissima e non basterà la morte di Steve Jobs a fermarla nell’immediato futuro. Per rimanere sulla cresta dell’onda come oggi, in ogni caso un obiettivo a tempo determinato (prima o poi dovrà tornare indietro come IBM e Microsoft prima di lei hanno fatto), mantenere le vecchie abitudini facendo finta che Jobs esista ancora potrebbe non essere buono. Forse non lo sarebbe neanche se Jobs fosse vivo. C’è chi ha ipotizzato l’arrivo di Schimdt dato il passaggio di consegne a Page… C’è chi addirittura parlava di Wozniak (sul Sole poi) che tutto mi sembra tranne che un potenziale CEO.
    Vediamo come andrà a finire. L’unica certezza è che la Apple ha praticamente creato i mercati che stanno crescendo di più adesso e che continuando a migliorare i propri prodotto in via incrementale può mantenere il dominio, soprattutto sulla quota di profitti, ancora per un po’ di tempo. Finita l’inerzia dovrà sorprenderci oppure passare il testimone a qualcun’altro.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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