Una sorta di equivoco si sta diffondendo nel dibattito sulle tecnologie. Che possano fare male agli umani: sostituendo i lavoratori con robot, sostituendo pezzi di DNA con rimpiazzi artificiali, sostituendo la classe dirigente con i meccanismi automatici della finanza. Certo, queste macchine, tecnologie, logiche funzionano a modo loro e hanno conseguenze inerziali dovute all’interfaccia, al programma che le anima, allo scopo per il quale sono state costruite. Ma questo non significa che possano diventare esseri alieni che agiscono indipendentemente dagli umani: sono gli umani ad averle fatte. Se possono fare male a certi umani è perché altri umani le hanno progettate così. Questo significa che gli umani ne sono responsabili. Si adattano. Alle tecnologie che hanno fatto in passato e mutano di conseguenza. Ma nello stesso tempo possono innovare ulteriormente. Se sanno farlo. Come saremo dunque noi umani? Saremo cone sapremo.
Oggi se ne parla domani a Lugano, grazie alla Fondazione Moebius. A partire dal libro di Telmo Pievani e me: Come saremo, Codice.
Commenta