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“Energia come priorità” significa “ambiente come priorità”. Calenda, Salvini e gli altri: tregua elettorale, bene comune, proposte intelligenti per il lungo periodo. Sogni o realtà?

Secondo l’Ansa la proposta di tregua elettorale di Carlo Calenda è stata raccolta da Matteo Salvini. Enrico Letta è passato subito alle proposte. Altri stanno ancora polemizzando. Ma, insomma, questa tregua elettorale è una piccola buona notizia: si capisce che gli italiani non ne possono più delle polemiche tecniche da social network, quelle che si devono fare per conquistare una fetta di traffico agganciandosi ipercriticamente ai discorsi degli altri. Si direbbe che gli italiani comincino anche ad apprezzare chi riesce ad aprire thread che poi gli altri seguano discutendo a tono e costruttivamente, dando l’impressione che esista una preoccupazione generale per il bene comune. In questo post chiedo suggerisci che anche la qualità delle proposte sia adeguata all’importanza dell’argomento.


I costi energetici fanno paura. Una risposta è necessaria. Ma è necessario andare a fondo. Legando le misure che alleviano i problemi urgenti agli obiettivi di lungo termine. Per una vita ho visto contrapporre le misure urgenti da quelle importanti, soprattutto su quello che riguarda l’ambiente. È ora di finirla. È possibile.

1. Se si prendono semplicemente 30 miliardi di euro e si danno come aiuto a famiglie e imprese per pagare le bollette energetiche, non si ottiene alcun obiettivo di lungo termine dal punto di vista ambientale: certo, si riducono i disagi delle famiglie e si evita la chiusura di aziende; il che non può che essere giusto; ma si lasciano le cose esattamente come sono dal punto di vista strutturale. E questo non è giusto. Perché alla fine i 30 miliardi (ipotizzati) sono debiti degli italiani che nel lungo termine andranno ripagati e che vengono usati per i consumi presenti. Quando spendiamo a debito non siamo nel mondo delle urgenze, siamo nel mondo del lungo periodo! Se non si legano i 30 miliardi anche a obiettivi di lungo termine, i soldi sono solo spesi, non investiti, e in futuro ci ritroveremo a doverne reperire altri. Se non usiamo quei soldi anche per rendere il paese più indipendente in termini di energia e più pulito in termini di consumo di risorse ambientali, alla fine avremo sprecato quei soldi.

2. Per collegare le misure che alleviano quest’anno i costi dell’energia al lungo termine dobbiamo prendere una decisione di fondo. Per esempio questa: l’ambiente è la priorità, nel breve e nel lungo termine; l’ambiente è il bene comune per eccellenza; per produrre energia in modo tale da salvaguardare l’ambiente dobbiamo usare prioritariamente fonti rinnovabili, per esempio il solare; quindi dobbiamo dare un progetto a quello che facciamo in questo settore e usare tutti i mezzi per accelerare il più possibile il passaggio alle fonti rinnovabili.

(Commento di passaggio. Non è possibile fare nello stesso tempo qualcosa per il breve termine e per il lungo termine senza innovare la mentalità, la qualità delle decisioni, la tecnologia. Ci vuole tempo. Ma occorre cominciare subito, perché ogni giorno perso non si recupera. In situazioni di urgenza, ovviamente occorre affinare l’ingegno. Se i politici sono tanto intelligenti devono dare risposte che uniscono i risultati di breve termine e di lungo termine. E spiegare quello che pensano in modo semplice).

3. Ecco alcune proposte che vengono alla mente. Sicuramente le persone più competenti ne avranno di migliori. Ma il merito di queste proposte è di esemplificare il collegamento tra le misure di breve e di lungo termine.
a. Le imprese che producono extra-profitti con i prezzi attuali dell’energia devono pagare le loro tasse subito e senza perdere tempo. Ma se sono imprese di stato devono anche essere a disposizione per la policy più importante del secolo. Quindi con i profitti devono investire nelle fonti rinnovabili, nella filiera produttiva delle tecnologie necessarie, nell’acquisto di tecnologie, nella velocità di aggancio dei nuovi produttori di energia alla rete, nella modernizzazione del sistema energetico. Nell’immediato devono fare credito alle imprese che investono nelle rinnovabili in modo da prepararsi all’inverno del 2022 e agli inverni successivi.
b. Le imprese che esportano, le imprese che vanno bene e che sono frenate solo dai costi dell’energia devono avere crediti di imposta generosi per ripagare le bollette, ma devono avere superammortamenti come quelli della legge Calenda per l’industria 4.0 se investono subito in pannelli e si dotano subito di un piano per la liberazione dalla dipendenza dalle fonti fossili.
c. Le famiglie che iniziano subito a mettere pannelli e batterie devono avere un aiuto immediato: se aderiscono a un piano di investimento di una comunità energetica (di condominio, di quartiere, di paese) devono avere un credito di imposta e gli aiuti saranno tanto più generosi quanto più si impegneranno in questa direzione. Gli aiuti immediati, in generale, devono essere più generosi per chi si impegna a investire per il lungo termine.
d. Le imprese che importano tecnologie e rendono possibile l’accelerazione degli investimenti nei pannelli, le imprese che investono per produrli o per innovarli, devono essere aiutate in modo specifico, con piani di intervento senza troppa burocrazia.
e. Le compatibilità paesaggistiche, le autorizzazioni ambientali, vanno rese più semplici possibile. Subito. In parte è già stato fatto. Raccontiamolo meglio. E stabiliamo una linea di condotta per cui tutte le innovazioni che rendono l’installazione di pannelli meno impattante sul piano ambientale (colture idroponiche sotto i pannelli, connessione a produzione di idrogeno, estetica più adeguata alla bellezza dell’Italia) vanno incentivate con forza. Anche chiedendo aiuti specifici con bond emessi per questo genere di attività e che la Commissione o addirittura la BCE possa sostenere con una certa facilità e con decisioni di urgenza.

Insomma, ci saranno certamente idee migliori di queste. Ma non mi si dica che si spendono soldi per alleviare i problemi in bolletta senza collegare quei soldi a obiettivi di lungo termine. Quei soldi sono debiti. Sono già misure di lungo termine. Vanno spesi pensando anche al lungo termine.


Sulle comunità energetiche si può fare molto, come ricorda Leonardo Becchetti (Il Sole 24 Ore).


Una narrativa come questa può essere di grande valore. Affrontare la crisi di questo prossimo inverno sarà più facile per tutti se avremo una prospettiva che spiega come ne usciamo ed evitiamo gli stessi problemi l’anno dopo. Inoltre potrebbe abituare gli italiani e i loro politici a discutere di questioni che riguardano il lungo periodo con una mentalità orientata al bene comune e ad analisi comuni sulle super-priorità ambientali.


Foto. “Photovoltaic” by Beige Alert is licensed under CC BY-SA 2.0.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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