La Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato ha chiesto al Media Ecology Research Network di Reimagine Europa una ricerca sull’istigazione all’odio online. È stata presentata ufficialmente questa settimana. Gli autori sono, oltre a me: Erika Widegren, Manlio De Domenico, Pierluigi Sacco, Grigoris Neofytou, Gabriele Balbi, Matteo Nicolosi. Il rapporto si può scaricare dal sito del Senato.
La presentazione del rapporto:
“Questo rapporto ha lo scopo di valutare la rilevanza dell’istigazione all’odio online. Si tratta di un compito complesso per la natura dell’argomento che non si presta a essere definito univocamente ma che si rivela assolutamente necessario per il numero di persone in qualche modo coinvolte e per la pericolosità delle sue conseguenze sulla qualità della convivenza civile e sulla stessa tenuta della democrazia.
Una sezione preliminare del lavoro è dedicata alle definizioni alternative dei “discorsi di odio” che, in quest’epoca profondamente segnata dalle comunicazioni sui social network, converge spesso con la questione dell’istigazione all’odio online. Esistono molte definizioni anche perché esistono molte motivazioni per enunciarle: alcune sono dedicate all’indagine approfondita sul piano giuridico o sociologico, altre sono operazionali e servono a guidare l’azione di chi sulle piattaforme digitali compie scelte pragmatiche ogni giorno per eliminare i messaggi d’odio dalla rete. Le definizioni pragmatiche sono spesso usate anche dagli scienziati che analizzano grandi quantità di dati per arrivare a osservazioni originali e per scoprire dinamiche di valore generale sul fenomeno dell’istigazione all’odio online.
Una grande parte parte del lavoro è dedicata alla raccolta ragionata di ciò che si conosce del fenomeno dal punto di vista quantitativo. Le difficoltà metodologiche causate dalla pluralità di definizioni in materia non frenano la crescita delle ricerche scientifiche. Le ricerche sono molto numerose a causa dell’evidente rilevanza strategica dell’argomento e dall’abbondanza di dati che si possono raccogliere sui social network ed elaborate con le tecniche della data science. Pur nella varietà delle definizioni del fenomeno dell’istigazione all’odio online, si dimostra una rilevanza crescente del fenomeno.
Naturalmente una conoscenza molto più profonda si potrebbe ottenere se ci fosse la piena collaborazione delle principali piattaforme dei media sociali che dispongono dei dati relativi al comportamento degli utenti. Queste piattaforme, per le loro politiche interne, cancellano – automaticamente e non – un’enorme quantità di messaggi che secondo le loro definizioni contengono messaggi di odio e violenza. Sicché i ricercatori che studiano dall’esterno il fenomeno si devono accontentare di osservare i messaggi che non sono stati eliminati dalle piattaforme.
L’ultima parte del rapporto è dedicata a un’analisi comparativa delle esperienze di policy relative al fenomeno dell’istigazione all’odio online nei diversi paesi europei. Proprio per l’importanza dei media sociali digitali, una policy di grande respiro non può che darsi una prospettiva almeno europea. E la Commissione europea sta in effetti lavorando sull’argomento. Questo però non toglie che la profondità dell’azione necessaria per affrontare correttamente ed efficacemente un fenomeno così complesso e rilevante ha bisogno della partecipazione informata dei cittadini di tutti i paesi e delle istituzioni che li rappresentano, oltre che della sensibilità di tutte le diverse culture che compongono la comunità degli europei”. …continua…
Foto: “South Sudan hold conference countering hates speech for peace” by UNMISS MEDIA is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.
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