Kenneth Goldsmith è un poeta. La foto – tratta da Wikipedia, licenza creative commons, tagliata per renderla orizzontale – lo ritrae mentre alla Casa Bianca davanti al presidente Barack Obama legge poeticamente le informazioni sul traffico. Secondo Goldsmith ogni testo è poetico se visto dal punto di vista poetico. La poesia consente di rivivere ogni cosa da un punto di vista profondo, è una forma di consapevolezza. È esplorazione del mondo attraverso il linguaggio, la cultura, la prospettiva poetica. Il gesto surrealista è pienamente accettabile.
Il suo libro – “Perdere tempo su internet” – è una dichiarazione di libertà. Si può perdere tempo. Si può esplorare, contemplare, socializzare. Quello che conta è farlo con consapevolezza. Non subendo il contesto, ma modificandolo attraverso il gesto o il punto di vista poetico.
La stessa moltiplicazione degli schermi – sempre più sottili – non è una trappola contro la concentrazione ma una straordinaria liberazione, perché di schermo in schermo riappare la prospettiva e la profondità. “Thin is the new deep” ha detto alla lezione che ha appena tenuto a Bologna, nel corso di Ecologia dei media, guidato da Elena Lamberti.
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