Il vantaggio di essere in basso nelle classifiche che riguardano la modernizzazione sull’uso delle tecnologie digitali potrebbe essere quelle di stare alla larga dalle intrusioni e dal malware: ma l’Italia, che è un paese arcaico dal punto di vista digitale non è esente dagli attacchi contro la cybersicurezza. Si evince dai dati raccolti da CheckPoint. Questo è il comunicato:
Secondo il Global Threat Impact Index di luglio di Check Point® Software Technologies Ltd. (NASDAQ: CHKP), l’Italia sale di altre otto posizioni nella classifica dei Paesi più attaccati al mondo piazzandosi al 34esimo posto.
Se si considerano le minacce, RoughTed, un tipo di malvertising presente su larga scala che viene utilizzato per diffondere siti web dannosi e payload come truffe, adware, exploit kit e ransomware, resta saldo al primo posto nella classifica dei malware più diffusi nel nostro Paese. Al secondo posto si conferma anche Conficker, warm che punta ai sistemi operativi Windows, mentre al terzo posto torna Fireball, un browser hijacker che si trasforma in un malware downloader completo.
A livello globale, la campagna malvertising RoughTed si conferma il malware più virulento di luglio, nonostante il numero delle organizzazioni colpite da essa sia sceso di più di un terzo, dal 28% al 18%. Hacker Defender, un rootkit user-mode per Windows, è salito al secondo posto, infettando il 5% delle organzzazioni.
L’indice rivela anche un netto calo della prevalenza di Fireball, che scivola al terzo posto. In luglio, ha infatti infettato solo 4,5% delle organizzazioni, rispetto al 20% di soltanto due mesi fa, dopo l’arresto dei suoi sospetti distributori.
La lista completa delle 10 famiglie di malware più attive nel mese di luglio è disponibile sul blog di Check Point.
Commenta