L’anno scorso tutti si erano tranquillizzati. Dopo la splendida avventura della Apple, superato lo zenith era arrivato il viale del tramonto. Il numero di iPhone venduti era in calo e quindi era giunto il momento di considerare conclusa la vicenda della casa della Mela: aveva esaurito la sua spinta innovativa.
Quest’anno, senza che sia ancora uscito il nuovo iPhone 8, i numeri della Apple sono tutti in crescita. L’azienda con la capitalizzazione più grande del mondo conquista fatturato e utili, guadagna ancora in borsa, ritrova spinta e capacità di fascinazione. Non manca chi parla dei suoi prossimi prodotti. Non solo gli aggiornamenti di quelli esistenti. Ma anche i più dirompenti: dai robot casalinghi alle macchine industriali.. La fantasia non manca. Quando l’argomento è affascinante. E la Apple è tornata a esserlo.
Sono bastati due numeri negativi per indurre gli analisti a prevedere il declino. Sono bastati due numeri positivi per rilanciare le speculazioni sul futuro più progressivo dell’azienda.
Forse occorre ricordare che l’innovazione è molto più di qualche buona idea. È cultura aziendale, è coraggio immaginativo e finanziario, è organizzazione abilitante, è senso del limite e gusto selettivo.
Quindi i giudizi dovrebbero essere un po’ più meditati. Del resto, in questo periodo, non è vero soltanto che il numero uno può soltanto perdere posizioni: è vero che il numero uno attira i migliori e continua a crescere. C’è una polarizzazione del potere economico che può preoccupare. Ma anche su questo occorre meditare. Perché se il potere è risultato di un’attività autenticamente innovativa non può essere bilanciato da un contro-potere fondato sul tradizionale sistema antitrust: deve essere bilanciato da altrettanta e più intelligente innovazione. Imho.
ps. Nel frattempo, sul Sole, si riportavano i dati e i commenti.
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