Il design del cibo unisce i puntini della tecnologia, della demografia, dell’ecologia, della gastronomia e dell’antropologia. Questo è un comunicato che, a mio parere, esemplifica il concetto:
Food Innovation Global Mission (FIGM): Shanghai, Cina
La creatività italiana a confronto con un ambiente cosmopolita
Il sistema delle startup e il ruolo dei grandi acceleratori
Nuove frontiere del cibo, dalla pasta con farina di grilli ai cupcake a base di cavallettecon il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
@Ffoodinstitute @foodinpro #foodinpro #FIGM17Marzo 2017 – La Food Innovation Global Mission (FIGM), il tour mondiale dei 14 studenti del master di II livello Food Innovation Program (FIP), ha trovato in Shanghai non solo la città più popolosa del mondo, ma anche un luogo dove la creatività italiana è riuscita a fondersi con le immense possibilità di un ambiente cosmopolita e sempre alla ricerca delle soluzioni per il futuro, soprattutto quando si parla di cibo.
Numerosi i protagonisti che la delegazione ha incontrato durante questa tappa, la più lunga nel continente asiatico dopo Corea e Giappone e penultima destinazione per la Food Innovation Global Mission che si concluderà a Singapore, ponte ideale tra Oriente e Occidente, prima di rientrare, dopo oltre due mesi di viaggio, nella food valley emiliana. A inaugurare l’arrivo degli studenti a Shanghai iAperitivo, incontro di networking informale organizzato dall’imprenditore italiano Paolo Privitera all’interno dell’attico dell’House of Roosevelt, con vista sullo skyline della città, dove gli studenti hanno avuto l’occasione di confrontarsi con personaggi di primo piano come Valtero Canepa, presidente di Slow Food China e Michelazzo Corrado, executive chef di 10 Corso Como a Shanghai.
Durante questa tappa uno degli incontri a più alto tasso di innovazione è stato il meeting “Feeding Our Growing Planet: Is Tech the Future of Food?” svoltosi all’interno della sede cinese di IDEO, uno degli studi di design più famosi del mondo e realtà già incontrata in California. Sul tema sono intervenuti Federico Duarte founder di Mill Food Intelligence, che ha illustrato e testimoniato lo scenario di oggi degli Stati Uniti, Sara Roversi fondatrice del trust Future Food Institute una delle realtà promotrici del Food Innovation Program che ha illustrato invece il punto di vista europeo e Matilda Ho founder di Bits x Bites, il primo acceleratore in Cina dedicato al food, organizzatore dell’intero evento. Questo momento di incontro ha dato la possibilità di conoscere anche i giovani italiani che lavorano dietro le quinte di questa importante realtà locale volta alla promozione delle startup, come Simone Rebaudengo, designer torinese esperto di nuove tecnologie o Massimo Reverberi di Bugsolutely, startup fondata a Bangkok che unisce la tradizione gastronomica asiatica degli insetti edibili con quella italiana della pasta. Questa startup infatti produce e vende nei paesi che lo permettono una pasta a base di farina di grilli combattendo in questo modo innovativo la carenza di cibo e sfruttando contemporaneamente una risorsa largamente disponibile come gli insetti. Da non sottovalutare anche il positivo impatto in termini di inquinamento ambientale, perché l’allevamento di questi piccoli animali ha un impatto minore rispetto a quello tradizionale. Dalla teoria alla pratica, non solo lezioni in aula, ma vere e proprie sperimentazioni sul campo, come le degustazioni di insetti proposte dal Bugs Cafè con cupcake a base di cavallette e ciambelle con i ragni.
La valorizzazione della cultura italiana a Shanghai è uno degli obiettivi di un altro importante evento che ha visto come protagonista la delegazione della Food Innovation Global Mission, l’Italian Design Day. L’Istituto italiano di cultura a Shanghai e il Consolato italiano hanno organizzato all’interno della East China Normal University, una delle più prestigiose università cinesi, diverse presentazioni per festeggiare insieme alla comunità cinese questa giornata dedicata alla capacità tutta made in Italy di declinare il design su ogni oggetto, idea e prodotto. Matteo Vignoli, direttore accademico del Food Innovation Program e docente presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia tra i promotori del master internazionale FIP, ha illustrato alla platea presente cosa sia il cibo nella cultura italiana “è tradizione, sperimentazione ma soprattutto un metodo collaborativo di fare innovazione”.
Accanto alle diverse realtà italiane nate e cresciute all’interno dell’ecosistema imprenditoriale di Shanghai gli studenti del Food Innovation Program sono andati a scoprire i più innovativi food hero della città “Regina d’Oriente”. Dalle piccole realtà come quelle di Elizabeth Schiefflin, fondatrice di Lizzy’s All Natural, che produce smoothies con ingredienti scelti accuratamente per ottenere i migliori risultati sulla salute del corpo, a Jenny Gao che ha spiegato alla delegazione come tutti i suoi prodotti rispettino le tradizioni i gusti e i colori della cucina della regione del Sichuan e infine Sebastian Martin che ha raccontato come ha deciso di portare nel cuore della cosmopolita Shanghai il sapore del caffè sostenibile prodotto da coltivatori di piccole realtà in tutto il mondo grazie a Cambio Coffee. Fino ad arrivare alla grande distribuzione con Hunter Gatherer, un enorme supermercato che combatte il consumo di junk food vendendo solo prodotti di origine controllata per far riacquistare ai suoi clienti il contatto con la natura dell’alimentazione troppo spesso dimenticata a causa dei ritmi della città, e infine a Chinaccelerator, il più grande acceleratore cinese per startup che vogliono superare le frontiere aprendo ancora di più il mercato del loro paese alla diffusione e alla ricezione di progetti imprenditoriali innovativi.
Ma come per le altre tappe compiute fino ad ora, anche a Shanghai la Mission è stata supportata da un partner accademico eccellente come l’università di Tonji, uno dei più antichi e prestigiosi della Cina, che ha offerto la possibilità agli studenti della delegazione di approfondire attraverso un workshop il tema dello spreco alimentare.
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