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Il giorno in cui Diego Piacentini lascia Amazon per cominciare il nuovo lavoro di Commissario per l’innovazione digitale e tecnologica

DiegoPiacentiniSorrideIl titolo in effetti è un po’ burocratico ma non va neppure tanto male: Commissario per l’innovazione digitale e tecnologica. Il Commissario fa venire in mente un’entità pubblica che non riesce a governarsi da sola e quindi ha bisogno di una governance imposta dall’alto che metta in ordine fino a che non sarà possibile ritornare alla normalità. Però fa anche venire in mente un investigatore che scopre come sono andate le cose e fa emergere la verità su una vicenda poco chiara. Forse il Commissario per l’innovazione digitale e tecnologica sarà entrambe le cose. Ma un fatto è certo: se la caverà se guarderà più in avanti che all’indietro.

Diego Piacentini oggi lascia Amazon per due anni e sarà il Commissario per l’innovazione digitale e tecnologica. Che cosa farà? Lavorerà per il presidente del Consiglio con il ruolo di guidare e coordinare l’esecuzione del processo di trasformazione digitale della pubblica amministrazione, innovare il modo in cui il governo offre i suoi servizi per rispondere alle esigenze dei cittadini aiutando l’Italia a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.

Si può comprendere come in tutto questo ci sia una quantità di questioni fondamentali: la pubblica amministrazione come piattaforma abilitante per lo sviluppo, l’interfaccia tra i cittadini e lo stato come struttura facilitante, i diritti dei cittadini nel mondo digitale, la crescita delle competenze, i big data al servizio dello sviluppo, la revisione del sistema degli acquisti di informatica dello stato per abbandonare la semplice manutenzione e entrare nella logica di investimento (non più digitalizzazione dell’esistente ma liberazione del possibile), il coordinamento con l’industria 4.0, ma anche la connessione in banda ultralarga… Ci si torna… Qui un paio di pezzi di presentazione: Amazon, SeattleTimes.

Lo spirito di Piacentini è chiaro: «pensare in grande e concentrarsi sulle esigenze dei cittadini». È l’impostazione che caratterizza i maggiori successi di Amazon e dei progetti che Piacentini ha aiutato a portare a termine per la grande azienda americana o che ha visto realizzare. Come la sua internazionalizzazione, il suo passaggio da “negozio” a “piattaforma”, la nascita del Kindle e la crescita del mondo dei libri elettronici. La difficoltà maggiore sarà mantenere la necessaria visione orientata al lungo termine senza farsi ingolfare dalle urgenze – e dalle controversie – di breve termine, cioè da quello che spesso condanna la politica a dire molto e fare poco. Meno preoccupante, la questione dei litigi con le amministrazioni esistenti: se il governo appoggerà davvero Piacentini, la governance complessiva del labirintico mondo digitale pubblico italiano sarà razionalizzata (anche perché non se ne può più).

Per ora, nel giorno del passaggio di Piacentini al suo nuovo lavoro, non c’è da scrivere di più: se non l’augurio di buon lavoro a tutti. Ce n’è bisogno.

Riferimenti:
U.S. Digital Service
U.K. Digital Service
e qualche polemica dell’anno scorso su quest’ultimo ente:
Inside GOV.UK: ‘CHAOS’ and ‘NIGHTMARE’ as trendy Cabinet Office wrecked govt websites
Assessing the UK’s Government Digital Service

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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