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Eccellenza, emergenza, evidenza

A Mi-World l’altro giorno si cercavano eccellenze milanesi nel design, nella moda, nella finanza, nella sanità, nell’architettura, nei media, nella cultura. Eccellenze in relazione all’Italia ma anche significative presenze nel mondo. Una buona metodologia per definire eccellenze territoriali utilizzabile anche altrove per stabilire un punto di partenza interpretativo sulla prospettiva da costruire.

Queste e altre eccellenze sembrano costrette ad affrontare un’emergenza generale in Italia. E qualcuno può osservare che sono un po’ stanche se non davvero in crisi. Se ci può essere risposta all’emergenza è forse in un adattamento di quelle e altre ecellenze al nuovo contesto. Come?

L’evidenza dimostra che le eccellenze tradizionali tornano credibili e propulsive connettendosi e lasciandosi contaminare dagli innovatori. Altrimenti tra l’altro perdono progressivamente presa sulla realtà e sono apiazzate dagli innovatori che riescono a crescere abbastanza. Sedersi sull’eccellenza tradizionale è un grande rischio. Ma allearsi con gli innovafori per innovare sinceramente sè stesse può essere una strada percorribile con soddisfazione. Non basta acquistare innovazioni altrui: è molto meglio imparare a vivere in sincronia con il processo innovativo fino a parteciparlo attivamente.

Milano può essere un polo di eccellenza per l’Italia. Niente va dato per scontato. Ma una Milano che innova sarebbe un’innovazione per l’Italia. Ormai è tempo di fare squadra, perché le partite che contano sono internazionali.

A Milano ci sarà il GEC Kauffman sel 1015. Fare squadra sarà necessario a fare di quell’occasione un passaggio di accelerazione per l’Italia che innova.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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