L’obiettività delle macchine non esiste, come non esiste l’obiettività degli umani. Al massimo si può sperare nella trasparenza dei dati e degli algoritmi che li elaborano. Ne parla Nick Diakopoulos in un articolo molto interessante su NiemanLab. Da Google News non ci si deve aspettare un servizio privo di distorsioni e punti di vista parziali. Il che è dimostrabile, proprio conoscendo gli algoritmi dei quali è costruito. Ma anche gli altri servizi che riassumono, o aggregano le notizie introducono distorsioni, anche attraverso lo stesso design delle pagine e delle interfacce: accostando le notizie in modo collegato alla frequenza dei temi o delle parole citate, scegliendo sulla base della maggioranza dei link verso gli articoli, e naturalmente personalizzando l’output, incidono sulla visione complessiva che ciascuno si fa sul panorama delle notizie.
È da questo che parte NewsCube, una forma di presentazione delle notizie progettata dal Korea Advanced Institute of Science and Technology (paper in inglese). La soluzione è essenzialmente orientata a mostrare una maggiore varietà di prospettive sulle notizie. Introduce esplicitamente delle distorsioni nella scelta delle notizie che però sono considerate positive per quanto riguarda la diversità dei punti di vista.
Richard Thaler and Cass Sunstein, in their book Nudge, call this kind of influence “libertarian paternalism” — biasing experiences to correct for cognitive deficiencies in human reasoning. Not only can algorithms bias the content that we consume — someday they might do so in a way that makes us smarter and less prone to our own shortcomings in reasoning. Perhaps an algorithm could even slowly push extremists towards the center by exposing them to increasingly moderate versions of their ideas.
Può piacere o non piacere. Ma per ogni problema, in rete, qualcuno può proporre una soluzione. È il bello dell’internet. Fino a che resta neutrale.
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