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Agenda digitale, pagina uno

Oggi anche l’agenda digitale è entrata ufficialmente nelle priorità del governo italiano (LaStampa). Reazioni come sempre contrastanti. C’è già chi dice che l’istituzione di una cabina di regia è troppo poco. E c’è chi dice che è troppo, almeno se c’è il rischio che poi non se ne faccia nulla. Ma il fatto è che ora abbiamo un governo con un’agenda digitale.

Il compito storico di questo governo è prendere misure fatte come dei binari sui quali viaggeranno anche i prossimi governi. L’agenda digitale è una roadmap, un impegno. Il punto è tradurla in decisioni visionarie e allo stesso tempo concrete.

Perché per favorire la crescita un governo può fare molto se riesce a stabilire alcune linee guida fondamentali abbastanza solide, sia dal punto di vista concettuale che dal punto di vista pratico, da poter diventare davvero un binario dal quale sia difficile deragliare in futuro.

È un libro tutto da scrivere, certo. Ma la prima pagina di questo libro è stata scritta oggi. Secondo me, questa è una buona giornata.

Vedi anche (per la serie “on the roadmap”):
E allora, l’agenda digitale – 20 gennaio 2012
Crescita: i progetti del governo – 8 gennaio 2012
e i precedenti:

Internet, tendenze come opportunità – 20 dicembre 2011
La falsa contraddizione tra rigore e crescita – 19 dicembre 2011
Agenda digitale in ritardo – 13 dicembre 2011
L’occupazione si fa con le start-up – 30 novembre 2011
Agenda digitale e roadmap – 23 novembre 2011
Vicoli e opportunità in Europa – 22 novembre 2011
Il migliore dei Monti possibile – 21 novembre 2011
Downsizing expectations – 19 novembre 2011
Sviluppo è modernizzazione – 16 novembre 2011
On the roadmap – 15 novembre 2011
Dalle macerie alla ricostruzione – 14 novembre 2011
Una roadmap per gli italiani – 10 novembre 2011
Cognitively illiberal state – 3 novembre 2011

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  • Agenda Digitale e la mia battaglia da Don Chisciotte.
    Caro Luca, sono un piccolo e sconosciuto operatore del mercato IT ma con la mia micro azienda produco un software distribuito da gruppi importanti e installato presso numerosi consulenti. Questo ci ha portato ad avere un numero altissimo di soggetti fiscali che conservano digitalmente i documenti tributari con i nostri prodotti.
    L’Agenzia delle Entrate pensava che in italia vi fossero una decina di migliaia di soggetti, noi abbiamo scoperto di averne qualche centinaio di migliaia.
    Alla luce di questa esperienza, da molto tempo metto in evidenza i problemi seri e le discriminazioni che colpiscono chi segue queste tecnologie e3 utilizza la conservazione digitale. Non ultima la spedizione delle impronte degli archivi fiscalmente rilevanti che ci ha portato a scoprire anche una macroscopico errore commesso dai certificatori italiani e completamente ignorato da tutti, inclusa DITIGPA (allora AIPA E CNIPA)
    INUTILE DIRE CHE MI SENTO MOLTO SOLO IN QUESTA BATTAGLIA. Molti si preoccupano di banda larga, firma digitale, ma sono pochi quelli che si preoccupano di mettere in pratica le regole tutti i giorni e toccare con mano quello che non funziona.
    Potrei continuare a lamentarmi ma mi limito a segnalarti il mio sito, nel blog e nella pseudo rivista “archivio Informatico” trovi alcune osservazioni e proposte . Grazie per l’attenzione

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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