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Fondazione Cutuli – appunti sull’informazione

Due o tre punti che si potrebbero fissare dopo la riunione di ieri della Fondazione Cutuli, alla Protomoteca del Campidoglio guidata da Massimo Gaggi (mi scuso per questi appunti presi troppo in fretta):

1. Un tempo gli editori controllavano la tecnologia, dalla quale erano sostanzialmente nati. Oggi la tecnologia va più veloce dei processi decisionali degli editori

2. Gli autori (da Rowling già importante a John Locke con la sua maestria sul selfmarketing nei social network) dimostrano che la tecnologia abilita la disintermediazione degli editori

3. Gli editori possono ritrovare il loro ruolo innovando e riconcentrandosi sul loro ruolo di sintesi tra cultura, tecnologia e modello di business.

4. Se gli editori non reagiscono in fretta la loro funzione rischia di passare agli attuali dominatori della tecnologia. Carlo Formento segnala che questo significa lascia che la concentrazione capitalistica globale che sta avvenendo nella tecnologia influenzi ancora di più il lavoro intellettuale e la produzione culturale

5. Se gli editori e i professionisti non reagiscono in fretta, riconfigurandosi per servire il nuovo pubblico attivo emerso in rete, si rischia di dover attraversare un periodo di confusione nella definizione della qualità dell’informazione. Una confusione che non nasce dal web, ma dalle strategie della disattenzione. Ma che nel web trova spazi ulteriori. La discussione sul citizen journalism va avanti: Gianni Riotta fa sorridere dicendo che sarebbe come fidarsi di farsi trapanare un dente da un citizen dentist che ha imparato il mestiere studiando sul web. La sostanza però non cambia: o chi fa informazione professionalmente riesce a migliorare sulla scorta delle sollecitazioni che vengono dalla rete o resta spiazzato di fronte a un pubblico attivo sempre più attrezzato.

6. L’apporto della rete non si valuta con un approccio deterministico ma probabilistico

7. L’innovazione si valuta leggendo quello che cambia e quello che non cambia, per cogliere il fondamento delle trasformazioni in un’ottica di lunga durata.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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