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Kindle gratis? Conseguenze per i giornali…

Kevin Kelly fa un post sulla possibilità che prima o poi (magari entro quest’anno, tipo in novembre) il Kindle venga dato da Amazon gratuitamente. In cambio dell’acquisto di un certo numero di libri, o per l’abbonamento al sistema di delivery privilegiato chiamato Prime, o con un altro bundle. Poco importa l’estrapolazione statistica (che comunque è suggestiva), da tempo il costo del Kindle scende. Interessante è pensare che scenda del tutto. A quel punto sarà solo questione di produrne e distribuirne, per creare un parco installato sul quale sviluppare un nuovo business gigantesco per libri elettronici. E altro…

Per i giornali, questo scenario non è irrilevante. In fondo, non è difficile fare la versione Kindle di un quotidiano. E lo è ancora meno per un settimanale. Si trova un sistema di vendita già chiaro. E, quando il Kindle sarà diffusissimo, si trova un sistema di distribuzione molto vasto.
Può non piacere la grafica. Ma da questo punto di vista, basta lavorare meglio su come si organizza l’informazione e a come si scrivono i pezzi: è del tutto ovvio che sul Kindle vince la buona scrittura molto più della buona grafica. Vale la pena di pensarci.

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  • Comunque è bene ‘proiettarsi’ oltre che sul futuro anche sul presente, quel presente di cui raramente si parla, forse anche perché non lo si conosce. Soprattutto a casa nostra.
    E allora sarà bene chiarire che:
    – kindle è anche un software che può essere liberamente scaricato e usato su pc, smartphone (anche iphone!…per ora) e tablet;
    – le più recenti versioni prevedono le possibilità di:
    1. riportare annotazioni a margine del testo,
    2. attivare con un clic sulla parola la sua definizione (il vocabolario inglese è fornito automaticamente) o la ricerca su google e wikipedia,
    3. cosa davvero nuova e interessante, controllare del libro in lettura i passi che i lettori hanno maggiormente sottolineato.
    Allora:
    1 si può fare anche sul libro fisico, 2 pure ma con molta fatica e comunque allontanandosene, 3 no.
    Dunque potrebbe essere l’inizio di un nuovo mondo e un nuovo modo librario, destinati l’uno e l’altro, io credo, a crescere.

  • Ottima prospettiva. Nel settore di cui ci occupiamo noi di Garamond, l’editoria scolastica, si potrebbe ammortizzare il costo di un Kindle già con la metà della spesa per libri di testo su carta di un solo anno. Ci pensiamo, potremmo regalare il lettore per l’abbonamento ai nostri servizi didattici. Ne riparliamo a Rimini, a Ebook Lab Italia, nel Workshop con Maragliano e Rotta.

  • il mondo dell’informazione grazie ad internet tende per forza vero il gratuito o quasi, per il semplice motivo che si avvicina ad un mercato di concorrenza perfetta: se lo fai pagare e se cè sotto un’ampia richiesta, cè sempre (o spesso) qualcuno che lo fa ad un costo minore del tuo..legge della domanda e dell’offerta. easy no?

  • Sicuramente è una possibile strada, dato che il vero business è il “software”, in questo caso i libri. Per quanto riguarda i giornali, in questi giorni sto provando il servizio di Amazon in collaborazione con La Stampa, che fornisce il giornale ogni mattina sul Kindle, tramite WiFi. Devo dire che è un modo eccezionale di avere immediatamente, già mentre si fa colazione le notizie del quotidiano. Solo che l’abbonamento che costa 19,90 al mese è davvero esagerato.
    Sarebbe fantastico non vedere più bambini andare in giro con quegli enormi zaini pieni di libri, ma con un leggero Kindle e tutta la didattica di un anno in pochi centimetri. Anche i quaderni potrebbero essere sostituiti, o se non altro le prove scritte.

    • lei ha ragione; ma la spzoagiiene e8 molto facile: loro chiedono soldi per la diffusione dell’immagine della Madonna, e per l’evangelizzazione, non parla di missioni o opere concrete rivolte a gente bisognosa, vi sembra un buon motivo? Gie0 in questo sta la frode. Poi se fosse un ente benefico avrebbe la sigla ONLUS (propria delle associazioni non a fini di lucro)oppure chiedere le offerte come dottrina religiosa ma spiegandone l’uso effettivo, come ad esempio fa la CARITAS di cui tutti conosciamo le mense per gli indigenti, ma il signor Don Beccamorto cosa ne fa dei soldi? Chi gli de0 il diritto di inondare l’Italia intera di bollettini postali? E’ proprio una questione di proporzioni e di opportunite0 che, senza andare a consultare il codice penale, fa gie0 capire la malafede di questa mega operazione di raccolta di soldi, camuffata dal dolce velo della fede religiosa. Per quanto riguarda il penale, poi, non essendo io un giurista, non escludo che ci siano pure degli illeciti in tutto questo. E comunque a volte ci sono cose che , pur non contravvenendo la Legge, sono scorrette di per loro; faccio un esempio: se io scrivessi migliaia di lettere spedendole a vari cittadini a caso, in tutto il paese, dicendo loro che ho avuto una visione della Madonna, che devo raccogliere fondi per salvare le anime degli uomini facendo un lungo viaggio in terra santa e percif2 mi faccio spedire versamenti da un sacco di gente, forse non commetto un reato, perche8 chi puf2 dire che io non ho avuto una visione? la gente, i soldi, li manderebbe liberamente, nessuno li obbliga, e io confermo che credo fermamente in cif2 che dico …. ecco basterebbe tutto questo per lasciarmi arricchire indisturbato alle spalle dei creduloni? la risposta e8 no, anche se non mi denunciassero mai, la gente dovrebbe convintamente evitare di darmi soldi capendo loro stessi l’infondatezza della richiesta di denaro.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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