Home » innovazione » Impresa e motivazioni
innovazione partecipazione

Impresa e motivazioni

Un post di ieri, dedicato al workshop di oggi a Riva del Garda sull’impresa sociale, alludeva al rapporto tra risorse materiali e generazione di senso in un’impresa. 

Se ne può parlare con una mentalità antica, gerarchica, nella quale si cerca una linea di priorità tra i due poli della questione: in questo caso si può ironizzare, un po’ grettamente, sul fatto che la “generazione di senso” non produce posti di lavoro; oppure si può concentrare l’attenzione sul fatto che la ricchezza discende da una profonda consapevolezza culturale. Ma il fatto è che le due dimensioni non sono in relazione gerarchica tra loro. Sono semplicemente insieme. Come il corpo e la mente… Dove però non di danno individui isolati, ma gruppi di persone il cui corpi e le cui menti si sviluppano secondo logiche che non sono solo di competizione ma anche di coordinamento e collaborazione.
La scoperta che stiamo facendo in questi tempi, peraltro, è che l’equivalente del corpo e della mente delle imprese sono a loro volta fenomeni che non si comprendono soltanto in funzione della competizione, ma anche del coordinamento e della collaborazione.
Il che avviene in base a diversi modelli contemporanei. Quelli nei quali esiste un progetto comune al quale tutti contribuiscono per arricchire il contesto nel quale operano. E quelli nei quali tutti cercano di partecipare per ottenere prestigio e attenzione. I modelli wikinomics e facebookvalue esistono nei network sociali, all’interno delle imprese e nel territorio.
In tutti i casi la generazione di risorse monetarie e lo scopo sociale e culturale dell’attività di impresa costituiscono insieme le basi del successo economico. E di certo le persone che lavorano per uno scopo comune e condiviso, in un contesto al quale pensano di contribuire positivamente, creando qualcosa nel quale riconoscono un senso, sono probabilmente più capaci di convincere anche gli utenti dei loro prodotti o servizi a riconoscere quel senso e ad attribuirgli un valore. La differenza può essere nella qualità di quel “senso”: può essere puramente funzionale e fungibile o può avere un connotato intellettuale o immaginario o di ricerca più sofisticato e unico; nei due casi avrà una diversa diffusione e un diverso valore aggiunto.
Sempre meno si possono stabilire confini netti tra le dinamiche dell’economia, della società e della cultura.

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi