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BookBlogging – CONVERSAZIONE – Benedetta Craveri


More about La civiltà della conversazione

La conversazione è una parola chiave della rete da quando il Cluetrain Manifesto l’ha ritrovata per definire che cosa sia un’economia dalla voce umana. Bellissima scoperta che ha segnato lo sviluppo di larga parte delle attività sul web.
Naturalmente l’idea di conversazione è ampia e storicamente profonda. Varrebbe la pena, certamente, di immaginare un progetto di studio sulla “conversazione” nella storia. 
E un contributo importante verrebbe da questo bel libro di Benedetta Craveri sulla civiltà della conversazione. 
Riguarda il senso della conversazione nella società nobile francese tra il Seicento e il Settecento. Mostra come la costruzione di una dimensione autonoma, laica, indipendente dal potere reale e da quello ecclesiastico, sia avvenuta nell’ambito di un monde fondato sulla conversazione civile, elegante, colta, brillante. Un ambito semiprivato, non cortigiano, fisicamente centrato su nodi che si trovavano nei salotti delle dame più importanti e interessanti, nel quale le regole erano stabilite dall’educazione femminile e al quale partecipava chi voleva contribuire con notizie e opinioni, testimonianze e gusti, apparendo per essere riconosciuto nelle proprie qualità intellettuali, fisiche ed estetiche. Una dimensione che non fu soltanto francese, naturalmente. Che aveva qualche precedente storico importante in Italia come attesta il Cortigiano di Castiglione. E che è collegato con dinamiche fondamentali per la politica e la società in molte parti d’Europa. A Venezia, per esempio, come in parte è descritto in un libro scritto dal tenutario di questo blog tanto tempo fa: Amore di Stato, Sellerio.
Le regole della conversazione civile non impediscono a ciascuno di mettersi in mostra, ma richiedono tolleranza, ascolto, gentilezza, non violenza. Innovazioni fondamentali per una nobiltà abituata da secoli ad approfittare anche con maschilistica violenza dei propri privilegi, che nell’epoca studiata da Craveri erano però messi in discussione dall’accentramento assolutistico della monarchia.
La conversazione è stata dunque in quel periodo una vera e propria educazione sociale e una forma di ricostruzione della rete umana di relazioni che ha fondato larga parte dell’attività nobiliare di quell’epoca fecondissima in termini culturali e sociali. 
Una ricerca sulla storia della conversazione sarebbe dunque interessante. Perché ci farebbe probabilmente scoprire che essa avviene e ha peso soprattutto quando è autoregolamentata, in base a un obiettivo comune, orientata allo sviluppo culturale e sociale di un gruppo di persone, non violenta. Certo, la versione aristocratica di questa storia è ben diversa da quella che oggi possiamo immaginare di vivere. Del resto, l’aristocrazia è finita come sistema di privilegi. Ma non certo come ideale di servizio all’insieme della popolazione.
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Alcuni libri che ho in mano               Impressioni mentre leggo

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Cicisbei
Laterza

Antonio Trampus  
Il diritto alla felicità
Laterza


Una forma di relazione tra
nobiluomini e dame, nel Settecento
italiano. Dalle conseguenze rilevanti. 

Nessuno può definire la felicità, ma la
la possibilità di cercarla è un diritto che le
le reti pubbilche possono salvaguardare.

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  • …ci sono tanti di quei libri che andrebbero caldamente consigliati alla lettura nelle scuole.Soprattutto fra i ragazzi dove la conversazione spesso si riduce a sms.
    Magari andrebbero letti brani anche nell’Aula del Parlamento dove di conversazione e di condivisione non se ne parla proprio nel luogo dove invece la conversazione dovrebbe essere alla base delle scelte per il governo di una comunità…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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