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Essere o non essere su Twitter

Riccardo Staglianò si chiede a che cosa mai serva Twitter. Prima di
rispondere ho pensato di chiedere un po’ in giro. I suggerimenti hanno dimostrato che la risposta si può basare su diversi criteri:

1. Valutare soggettivamente in che modo si usa e dichiarare se piace o non piace
2. Valutare come molti lo usano e dichiarare se piace o non piace
3. Valutare la piattaforma nel suo complesso e vedere se sviluppa servizi che contano

La prima strada è la più pratica e la meno fruttuosa. La seconda arriva a dimostrare che la varietà degli utilizzi della piattaforma garantisce che ci sia qualcosa di interessante e qualcosa di non interessante, con il risultato che si può dimostrare tutto e il suo contrario.

La valutazione della piattaforma nel suo complesso consente di proporre alcune osservazioni più interessanti. Ecco alcune ipotesi:
1. Il servizio è essenziale: dunque si può interpretare molto liberamente. Questo genera una enorme varietà di messaggi. L’utilizzo di quella enorme varietà si può modellare in una grande varietà di modi.
2. Ogni elemento prodotto su Twitter è un feed rss. E le Api sono utilizzabili in modo creativo. Quindi sulla base della massa di messaggi di Twitter si possono costruire altre piattaforme e altri servizi: search, pagine tematiche, classifiche, giochi, condivisione di link, monitoraggio degli interessi prevalenti in un certo momento, sperimentazioni estetiche.
3. Ogni piattaforma può integrare un servizio proveniente da Twitter e viceversa, con sviluppi ancora da esplorare.

Essenzialmente è una forma di condivisione di conoscenze molto malleabile e valorizzabile in molti modi.

La brevità è il suo valore e il suo limite.

La libertà di scegliere di seguire solo gli autori che interessano garantisce che la funzione che si preferisce trovare nella fruizione di Twitter sarà soddisfatta. Nessuno obbliga a nessun contenuto. Al contrario si può scegliere di condividere i propri messaggi con tutti o solo con qualcuno.

Twitter produce una creta di parole cui si può dare la forma che si vuole.

Personalmente la considero una prima pagina di informazione molto personalizzata, iperaggiornata per temi specialistici e quasi sempre sorprendente. A mia volta cerco di contribuire con notizie originali o rilanciando notizie che considero particolarmente degne di nota. Alla prossima puntata gli esempi…

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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