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Si misura l’innovazione?

Rileggendo un pezzo dell’anno scorso pubblicato su BusinessWeek sulla misurazione dell’innovazione si capisce perché è molto lontano il momento in cui arriveremo a un modello condiviso di misurazione dell’innovazione.

Nel pezzo si citano i cinque metodi oggi più diffusi nelle aziende per misurare l’innovazione:

  1. R&D spending as a percentage of sales (77%)
  2. Total patents filed/pending/awarded/rejected (61%)
  3. Total R&D headcount (59%)
  4. Current-year percentage sales due to new products released in the past six years (56%)
  5. Number of new products released (53%)

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  • Da quello che sto leggendo in questi giorni il numero dei brevetti non appare come un buon indicatore di innovazione, perché non esiste un sistema univoco di definizione del brevetto (a livello europeo esiste l’EPO dal ’77 ma molti stati ne sono diventati membri solo in periodi recenti).
    Sorprende quindi che si trovino al secondo posto di questa graduatoria.
    Inoltre il brevetto certifica invenzioni di vario tipo, non solo i prodotti fisici, ma anche idee e processi, questi non sono percorsi lineari ma derivano da un clima di dinamismo generale (nel quale gli investimenti in R&S hanno un peso molto grande).
    Quindi è difficile dire che 1 brevetto abbia un valore di innovazione equivalente a quello di altri stati. Per quanto immateriale è più significativo rappresentare il trasferimento di conoscenza e competenze tra stati.

  • e dimenticavo una cosa. i brevetti sono direttamente collegati alle invenzioni, che poi queste diventino innovazioni è un altro discorso (cosa che dipende dal mercato e da come lo si approccia).

  • Concordo con le osservazioni di Marco sui brevetti. In più, il diffondersi del fenomeno dell’open innovation, cioè della collaborazione con altri, persino i concorrenti, nella ricerca di innovazione, complica ulteriormente il quadro. In quest’ottica, ad esempio, è la ricchezza del network di parnership che diventa un parametro discriminante.
    Che dire poi dell’effetto di mercato, dell’innovazione? Sono numerosissimgli esempi di prodotti/tecnologie che sono morti dopo poco.
    Questo solo per dire che sì, il problema è complesso, e vale la pena di approfondirlo

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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