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Arte e tecnologia: David Reed

Venice Sessions. David Reed e l’inutilità delle telco. Le persone stanno diventando sempre più attente al contesto nel quale sono. I luoghi pubblici saranno di per se un contesto sempre più importante per le persone. Per collaborare, condividere, coltivare fiducia… La pubblica piazza è sempre stata una tecnologia della comunicazione. Lo sviluppo di questo concetto è la sorgente della nostra ricerca.

Anche l’internet è un luogo pubblico di questo genere. E il cloud computing ne è una delle conseguenze. Al MediaLab stiamo studiando centinaia di strumenti di interconnessione tra le persone. I più inesplorati sono gli strumenti che sono concepiti in modo che siano consapevoli del contesto.

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  • Negli anni in cui tornò di moda parlare di convergenza, nel 2004, sopratutto dopo che le ferite del 2001 sembrano rimarginate, si ripresentò il disegno dominante computer centrico, basato su driver d’adozione technology push. La dimensione sociale sembrava un optional per i più. Come sembrava scontatissimo che tutto passasse per il wireline e non wirless.
    Lessi che l’operatore mobile giapponese DoCoMo aveva conquistato con meno di due anni 28 milioni di utenti con il lancio del servizio di internet mobile in reti di terza generazione, quando in Europa nel 2002 si pensava alle aste miliardarie per il 3G. AOL, il più grande fornitore d’accesso internet per gli stessi utenti aveva impiegato dieci anni. L’operatore nipponico è stato il precursore a recepire i servizi di contesto: servizi bancari, biglietti d’autobus, guide turistiche, musei convenzionati e perché no, anche la cartomanzia c’era. Ma a ben vedere, la lezione del servizio i-mode, che apparte Steve Job nessono a voluto seguire è sul modello della catena del valore. Howard Rheingold, nell’intervista del più giovane altro dirigente di NTT (DoCoMo), ne svela la natura del successo: “Natsuno spinse la DoCoMo ad offrire gli incentivi agli sviluppatori che creavano siti di successo. Questo cambiava completamente la politica che i fornitori di servizi telefonici di tutto il mondi avevano messo in pratica fino a allora. Invece di far fruttare i servizi sviluppati all’esterno per conto della società telefonica a spese dei singoli imprenditori, i siti di successo dell’i-mode erano redditizi per chi li aveva creati e sostenuti”. Questo è il modo di pensare di internet e non delle società telefoniche, così chiuse il discorso. Apple lo ha portato al successo planetario ma il modello c’era. Sempre nel 2001 furono lanciati i servizi i-motion di geolocalizzazione.
    Il modello teorico di David Reed nasce dall’analisi del successo di eBay invece.
    Questo è uno degli articoli più sagaci che abbia mai letto http://www.contextmag.com/archives/199903/digitalstrategyreedslaw.asp

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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