In un minuto dalla scossa, otto persone hanno dato la notizia su Twitter. La notizia è arrivata sulla Repubblica online dopo una trentina di minuti.
La mattina presto dopo il terremoto Cnn e Bbc hanno cercato testimoni via Twitter per poter avere informazioni di prima mano.
Un’occasione terribile per trovare un esempio del rapporto di collaborazione che può emergere tra il sistema delle news professionali e le informazioni che si scambiano le persone. I giornali che ne vogliano fare buon uso dovrebbero conoscerne bene le possibilità.
E c’è un resoconto sul Corriere.
Twitter e il terremoto “annunciato”
Da qualche giorno mi ero interessato alla notizia del terremoto “annunciato”, Giampaolo Giuliani dei Laboratori nazionali del Gran Sasso il 29 marzo aveva lanciato l’allarme. Oggi aprendo Twitter leggo numerosi post sul terremoto av…
concordo, con te e con i tanti altri commenti, in altri siti, al proposito. ma vorrei anche spezzare una lancia in favore di un media che tutti stanno dimenticando e che invece in queste ore sta lavorando benissimo: la radio. che alle informazioni in entrata (telefonate spontanee e microfoni aperti) mescola la rete e la propria ricerca di interlocutori in un flusso continuo e molto efficace, peraltro seguibile ovunque e da chiunque. aggiungo nota a margine: da friulana, ricordo molto bene il ruolo dei radioamatori (i mitici baracchini) nel terremoto del 1976, la rete ancora non c’era se intesa come web, ma c’era se intesa come capacità delle persone di connettersi con quel che c’è quando serve.
In tutta la Rete questo terremoto cade come una manna, l’occasione per dimostrare per l’ennesima volta l’obsolescenza degli old media sul loro stesso terreno, la velocità e l’emozione…
Ci si potrebbe chiedere quanti morti costerà questo trionfo, che ha pure il merito di distrarre dal pesante fallimento del Web 2.0 di prevedere e riportare seriamente la crisi economica mondiale, di cui è parte integrante…
Ottimo post!
molto utile :=)
Carina la gag di quelli che hanno mandato al Corriere foto di terremoti in Cina e Turchia che sono state pubblicate in gran risalto nell’edizione online.
In un colpo solo Max Pratellesi ha scoperto quanto è attendibile il citizen journalism e che nella rete esistono i troll (un fenomeno a cui gli studiosi anche più seri non danno molta importanza):
http://mediablog.corriere.it/2009/04/terremoto_informazione_e_citiz.html