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Domenica, 29 aprile 2007
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Bookblogging La felicità di leggere Rubrica settimanale casuale ma non troppo sui libri che prendo in mano
Settimana conclusa il 29 aprile 2007
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Libri comprati:
| Letture:
| Francesca Comunello Reti nella rete Guerini
Giancarlo Bosetti Spin Marsilio
| Mihaly Csikszentmihalyi Flow Harper
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Non tutti riescono a pronunciare il suo nome... Ma Mihaly Csikszentmihalyi è un grande facilitatore e lo dimostra anche segnalando che il suo nome suona come "Chicks send me high" dice. Un concetto facilmente memorizzabile, qualcosa di paragonabile a: "le ragazze mi fanno impazzire".
Il suo contributo principale riguarda il tema della felicità. Che non è per lui una condizione, ma una sorta di flusso di consapevolezza nell'attraversare la vita, tra Scilla (noia) e Cariddi (ansia). Questo suo bestseller, Flow, scritto nel 1990 ha in effetti segnato una tappa importante. Ha sdoganato il tema della qualità della vita e dell'esperienza, proprio in un'epoca iperliberista nella quale qualità ed esperienza venivano viste come fatti soggettivi di poco conto a fronte della quantità, della crescita, del consumo. (Se ne parla nel libro pubblicato in questo blog e che sarà pubblicato da Feltrinelli).
Per il Nostro, la dipendenza dal denaro - come ogni altra dipendenza o situazione nella quale la persona non è consapevolmente in controllo - condanna all'infelicità. L'autonomia e l'indipendenza, dunque il controllo sulla propria vita, sono conseguenze della ricerca della consapevolezza.
Lo sdoganamento della ricerca della felicità, parte in Csikszentmihalyi dalla constatazione di Aristotele: tutti cercano la felicità e ogni altro obiettivo nella vita non è che un tentativo di raggiungere la felicità. Ma l'unico modo per trovarla è essere coscienti del punto a cui si è arrivati e della strada che si vuole seguire nell'avvenire.
La felicità di Csikszentmihalyi ha favorito l'apertura del filone di ricerca sull'economia della felicità. Il che basterebbe a farne una lettura da riprendere in mano.
Ma mi pare di leggere in Csikszentmihalyi un contributo ancora estremamente vivo: nel suo concetto di consapevolezza è come se si sintetizzasse il percorso individuale verso la soddisfazione e nello stesso tempo la condizione pubblica nella quale la persona si trova. Non c'è felicità se non si pensa contemporaneamente il privato e il pubblico. Questo aspetto resta da meditare profondamente. Secondo me.
Le puntate precedenti di questa specie di "rubrica"... La scommessa di leggere (22 aprile 2007) Leggere nel pensiero (15 aprile 2007) Leggere nella mente digitale (8 aprile 2007) Leggere nella rete (1 aprile 2007) Leggere gli effetti dell'autobiografia (25 marzo 2007) Leggere memi (18 marzo 2007) Leggere l'identità del reporter (11 marzo 2007) Leggere gli scenari (4 marzo 2007) Leggere di quelli che lavorano (25 febbraio 2007) Leggere dentro e fuori (18 febbraio 2007) Leggere parole chiave (11 febbraio 2007) Leggere appunti su ciò che non può essere scritto (4 febbraio 2007) Rileggere quello che va riletto (28 gennaio 2007) Leggere quello che gli amici hanno scritto (21 gennaio 2007) Leggere quello che gli altri leggono (14 gennaio 2007) Leggere per viaggiare (7 gennaio 2007) Leggere per meditare (31 dicembre 2006) Leggere per citare (24 dicembre 2006) Gli occhiali per leggere (17 dicembre 2006) Leggere, leggerezza, legge (10 dicembre 2006) Leggere o non leggere (3 dicembre 2006) Leggere per lavorare o lavorare per leggere? (26 novembre 2006)
Tag: letture, libri, Mihaly Csikszentmihalyi
Scrivono di libri: Clelia Mazzini (Akatalēpsìa), Luisa Carrada (Il mestiere di scrivere), Stefania Mola (Squilibri), Ste (melodiainotturna), Ossimora (Antonia nella notte), Remo Bassini (Appunti), Seia Montanelli (Paese d'Ottobre), Renee (Book of the day), Mitì Vigliero (Placida Signora), Gian Paolo Serino (Satisfiction), Gattostanco, Gabriella Alù (Non solo Proust), Patrizia Bruce (Dimmi, cosa leggi?), Angèle Paoli (Terres del femmes), Alessio (L'Aleph). E inoltre: Bottega di Lettura, Penna e mouse, Bookrepublic. La Frusta. Zam. E MilanoNera. E Sottotomo...
bookblogging
1:17:55 AM
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Telecom venduta
Dopo la cessione di Olimpia, la Pirelli annuncia trionfalmente che "l'operazione determinerà un impatto positivo sulla posizione finanziaria netta di Pirelli & c. Spa. di circa 3,3 miliardi di euro". Ma a fronte di questa liquidità, la Pirelli non avrà più l'Olimpia. Anzi, dovrà registrare comunque una perdita, se è vero che il valore di vendita è comunque più basso di quello che era registrato nel bilancio della Pirelli.
Per la verità, la Pirelli si vede pagata quello che voleva meno il debito di Olimpia (più o meno un euro per azione Telecom che possedeva). Se i compratori pagano 4,1 miliardi per 2.407.345.359 azioni Telecom significa che alla fine quelle azioni sono pagate 1,7 euro. Più un euro abbondante di debito.
La Pirelli sta in piedi perché di fatto consolidava Olimpia. Come del resto è scritto nell'ultimo bilancio ("Si ricorda che il bilancio di Olimpia, recepito nel consolidato di Gruppo, è redatto secondo i principi IFRS e comprende la valutazione con il metodo del patrimonio netto della partecipazione in Telecom Italia S.p.A."). Insomma: tutti parlavamo di una valutazione by Pirelli di 3 euro per azione Telecom; ma la stessa Pirelli già scontava il debito di Olimpia; quindi l'operazione non è disastrosa per Pirelli ma non è neppure trionfale, perché comunque c'è un'ulteriore perdita del 6 per cento. Alla fine si direbbe che la Pirelli ha perso con Telecom ma ha guadagnato con Pirelli Re. Il problema è che il guadagno di Pirelli Re corrisponde a una equivalente perdita di Telecom Italia. Ma questa è un'altra storia.
Tag: Telecom Italia, Pirelli, Telco
12:34:53 AM
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Copyright made in Europe
Federico Fasce raccoglie un po' di pareri sulla regolamentazione europea del copyright. Che appare più dura con chi fa pirateria per far soldi. E che esplicitamente esclude di occuparsi dei consumatori che copiano file online per uso personale. Pare.
12:06:05 AM
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Last update:
1-05-2007; 13:19:13.
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