Luca De Biase

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Martedì, 3 aprile 2007

Musica e Bruxelles

I punti di vista sono molti. E in un labirinto, come quello messo in piedi dal sistema dei diritti di proprietà intellettuale, i punti di vista sono quasi infiniti. La nuova accusa da Bruxelles è che le major e la Apple limitino la libertà di scelta dei consumatori perché impongono l'acquisto nei paesi di residenza. Fino a poco tempo fa la critica era che la Apple obbligava chi aveva un iPod a scaricare da iTunes e chi scaricava da iTunes a usare un iPod.

Credo che occorra semplificare. Sperando di non banalizzare.

Il bandolo della matassa è nell'oligopolio della musica registrata nelle mani di poche major il cui modello di business è in declino.

Le major hanno finora tentato ogni strada per mantenere in piedi il vecchio regime. Secondo Steve Jobs sono le major ad avere imposto il sistema del drm congegnato in modo tale da imporre alla Apple l'architettura iPod-iTunes chiusa della quale è stato accusato. Solo eliminando il drm dalla musica scaricata legalmente online si può risolvere il problema. E la Emi sembra avere accettato la proposta. Le reazioni sono in generale positive.

Ma subito si è fatta strada una nuova linea di contestazione. Perché i mercati europei sono tenuti separati? Perché un tedesco non può comprare un brano sull'iTunes italiano?

A quanto capisco, anche questo è frutto delle richieste delle major. Alla Apple questo provoca soltanto inutili complessità, mentre sono le major che vogliono tenere i mercati separati e poco trasparenti.

E allora perché Bruxelles non prende di petto il problema centrale? Ci aveva già provato ai tempi di Mario Monti senza però riuscire ad andare oltre un vago tentativo. Ma ora deve prendere atto che la questione antitrust seria è l'oligopolio della musica. E magari aggiungere un pensiero profondo e lungimirante sul tema dei diritti di proprietà intellettuale.

Tag: musica, apple, bruxelles

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