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Venerdì, 13 aprile 2007
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Il teatro della memoria
Un paper di Helga e Tony Noice, citato su Cognitive Daily, registra i risultati di un esperiemento piuttosto istruttivo. I ricercatori hanno testato l'effetto cognitivo dell'esposizione a opere di teatro e di arte figurativa su un gruppo di persone tra i 60 e gli 86 anni. Volevano verificare se il teatro e l'arte figurativa è un buon esercizio per la mente. E hanno scoperto che il teatro fa bene alla memoria e alla capacità di risolvere problemi nelle persone anziane, mentre le arti figurative migliorano la memoria ma non la capacità di risolvere problemi.
A prima vista è un paper interessante per il contenuto. Ma mi pare che a ben vedere sia interessante soprattutto per come i ricercatori hanno posto la questione: 1. Helga e Tony Noice sembrano pensare al teatro e all'arte figurativa come media. Non tengono molto conto dello specifico contenuto che hanno proposto in queste forme artistiche. Mi domando se avrebbero registrato le stesse osservazioni variando le pièce o i quadri cui hanno esposto i gentili partecipanti al loro test. 2. Come conseguenza dello studio si propone di valorizzare l'arte per il suo effetto terapeutico sui problemi cognitivi delle persone anziane. Si direbbe che alludano a un pensiero inespresso secondo il quale la funzione "medica" è una metafora più potente della funzione "culturale" o "artistica"... 3. L'osservazione più importante deriva dal fatto che le persone testate dichiarano di non fare uso di solito di teatro e arte. Quindi secondo i ricercatori a generare i miglioramenti cognitivi potrebbe essere la qualità di "novità" delle esperienze proposte nel test più che il loro specifico artistico o "mediatico".
E' vero che io sono abituato a pensare all'arte come a un'esperenza... artistica, appunto, e quindi non penso di solito alle sue funzionalità terapeutiche. Non solo. D'istinto sento che parlare di arte come di una sorta di "medicina alternativa" mi fa venire un po' i brividi. Eppure, trovo che in questa civiltà della funzione pratica che viene dal mondo anglosassone ci siano i semi per superare quella distanza tra cultura umanistica e cultura scientifica che non ci fa bene. Anche per questa via, inopinata per me, ci può essere un modo in cui si manifesta il Rinascimento 2.0.
ps. C'è una comunità terapeutica a Bruxelles che si chiama la Pièce. Ambiguità allusiva dei nomi...
Tag: terapia, teatro, rinascimento
9:00:24 AM
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2007
Luca De Biase.
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1-05-2007; 13:18:55.
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