Oggi la serie sul lavoro del futuro sul Sole 24 ORE prosegue con l’esplorazione di alcune possibilità per la manifattura del futuro. Il disastro industriale degli ultimi dieci anni in Italia, con la perdita di un quarto della produzione, ha generato sofferenze indicibili – e tra l’altro dette fin troppo poco. Ma nello stesso tempo sono venute avanti soluzioni che sembrano funzionare. E persino attrarre giovani e persone creative. La produzione industriale, in alcune aziende che vanno bene, si sviluppa con un’interpretazione della robotica che invece di puntare a sostituire gli umani si occupa di migliorarne la produttività e le prestazioni, concentrando la loro attenzione sulle attività più creative e meno prevedibili. Non siamo di fronte alla soluzione del problema del lavoro, ovviamente, o alla fine delle contraddizioni tra gli umani e le macchine che gli umani hanno creato. Ma siamo di fronte a una possibile interpretazione della tecnologia che funziona nel quadro di una cultura dell’impresa alla quale partecipano con obiettivi comuni gli imprenditori, i manager e i lavoratori. Non è una cultura utopistica, ma una delle possibilità. Che funziona se tutti fanno davvero la propria parte. Nell’articolo di oggi ci sono un paio di esempi, tratti dalle esperienze di Modula, Stm e Luxottica. Forse nelle pieghe di queste esperienze ci sono delle speranze.
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Il dossier sul lavoro del futuro sul Sole 24 Ore sono:
Il lavoro del futuro una realtà già in atto
Innovazione per abbracciare le opportunità
Cogito, ergo capisco come voi umani
Se il «progetto» rappresenta l’architettura del successo
Le macchine pensate come un insieme
[…] lavoro del futuro. La ricerca continua… Lavoro del futuro. Oggi una puntata sul gioco di squadra Lavoro del futuro. Fabbriche col consenso Lavoro del futuro. La resistenza non è futile. Le aziende e le persone vincono insieme Il lavoro […]