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Il primo problema degli italiani. Settimana di lavoratori, cercatori e campioni

Il problema numero uno dei ragazzi italiani – e delle loro famiglie – è il lavoro. Le gradazioni del problema sono straordinariamente complesse: si cerca disperatamente “un” lavoro in attesa di trovare “il” lavoro mentre si tenta di scoprire dentro di sé a che cosa veramente si vorrebbe dedicare la vita.

Tutto il resto è secondario.

Il 20 novembre comincia a Verona una manifestazione molto visitata dai ragazzi come JobOrienta che si è ripensata, anche grazie all’iniziativa di Progetto di Vita. Andrò a dare una mano.

Ma occorre costruire una prospettiva che vada oltre i giorni dell’attenzione alimentata dall’evento. Bisognerà costruire una prospettiva seria e concreta, perché i ragazzi riconoscono la purezza di chi tenta di trovare risposte e di proporle. E’ uno dei periodi storici più creativi, aperti, costruttivi della storia recente; ed è uno dei periodi più difficili, spiazzanti, disorientanti. Se non si sviluppa un’interpretazione della direzione da prendere, l’occasione si può perdere. Il problema è aumentare il senso critico insieme all’entusiasmo e alla fiducia. Non tutti devono essere per forza startupper o maker, solo perché tutti ne parlano: non si vive di conformismo e di emulazione. Ma tutti devono poter trovare chi sono e come esprimersi. Devono imparare a distinguere gli interlocutori veri dai venditori di fumo. Dare una mano, come tutte le persone responsabili stanno facendo, è possibile solo con umiltà. Studiando ogni segnale che sveli una direzione dotata di senso. E’ un compito epocale, fondamentale.

Il 20 a Roma partirà anche un’iniziativa di comunicazione piuttosto grossa sulla diffusione della conoscenza delle opportunità digitali e per progettare iniziative. Sono grato allo staff del Presidente del Consiglio per avere utilizzato, almeno in parte, l’impostazione suggerita ai primi di agosto in questo blog: we are the champions, scrivevo allora, per sottolineare la priorità di sostenere gli innovatori che fanno ogni giorno avanzare il cambiamento nel loro territorio; e in effetti il tentativo di riconoscere i digital champions che lavorano in tutta Italia è stato avviato. E, obiettivamente, la mancata citazione non è un delitto (anche perché le differenze rimaste non sono minori). Peraltro, l’attenzione ai beni relazionali andrà migliorata, visto che presentando l’iniziativa si parlava di economia della felicità.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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