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Un sorriso amaro sui limiti a internet

In Italia, il decreto Pisanu è stato prorogato per un anno con il decreto chiamato, appunto, “milleproroghe”: sicché restiamo ancora in un paese nel quale i luoghi pubblici che vogliano offrire una connessione wi-fi sono costretti a vivere nell’incubo di violare le labirintiche norme anti-terrorismo (vedi Scorza). 

In Francia, diventa operativa la legge contro la pirateria. Ai “pirati” verrà inviata una prima mail, poi una seconda per avvertirli che sono stati individuati. Alla terza violazione saranno condotti davanti al giudice che potrà disporre la sospensione dell’accesso a internet. La procedura sarà gestita dalla Hadopi (Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet) che riceverà le istanze dei possessori di copyright, coinvolgerà gli isp che offrono il servizio di accesso agli abbonati accusati di violazione e invierà le mail agli abbonati stessi. (Bbc, wikipedia, net-actuality). Sono stati già nominati i membri della Hadopi.
Intanto si apprende che l’Ump, il partito di Sarkozy, sarà punito per aver piratato la canzone “Changer le monde” allo scopo di farne il sottofondo musicale di una sua clip pubblicitaria. (Le Monde)
È un sorriso amaro quello che la notizia strappa agli internettari. Il partito di Sarkozy viola il copyright! 
Il fatto è che internet è diventata importante. Se ne sono accorti persino i politici. Che non la controllano. E le limitazioni cominciano a fioccare. In ogni cosa ci sono pro e contro. E vedremo se ne emergeranno anche dall’approccio sarkozyano (che almeno ha il pregio di essere concentrato sulle “illegalità”). Ma il decreto Pisanu è solo un apparato frenante: che riesce benissimo, appunto, a frenare lo sviluppo dell’uso legale di internet; mentre non si può sapere se riesca a frenare lo sviluppo del terrorismo.
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  • Caro Luca,
    il discorso potrebbe essere lungo e articolato, ma preferisco essere diretto e senza mezze misure e proprio a causa di “mala tempora currunt”.
    Se ci tieni ad una cosa la difendi e ne paghi il prezzo dovuto. Il testimoniare soltanto che qualcuno si prende a vario titolo la tua libertà è un inutile esercizio di retorica. I politici ( non la democrazia eh ) vogliono piegare la rete ad una logica che non gli appartiene. Chi difenderà la rete dai politici?
    Tu dici illegale, ma io ti rispondo con un iperbole, che poi è poco iperbole, e chiedendoti di pensare al fatto che in passato anche il solo essere ebreo o nero era “illegale”. Legale non significa nulla in assoluto e tanto meno significa giusto.
    Quindi ti rilancio il sempre ritornante, che fare?
    Davvero vogliamo assistere impotenti alla cinesizzazione dell’Internet occidentale? Quanto vale la mia e la tua libertà di pensiero e azione?
    PS ironia della sorte il tuo reCAPTCHA mi chiedeva di leggere “person refused”

  • ah ah… un recaptcha francese forse… sull’illegale sono d’accordo (anche se la riforma di ciò che è legale può seguire un corso a sua volta legale o no; ma è un discorso lungo anche questo)… quanto al che fare: un programma d’azione deve essere un po’ rivoltoso (ma su questo non ci mancano gli esempi), un po’ rivoluzionario (dobbiamo sviluppare un’intellettualità capace di pensare strategicamente il processo), un po’ utopista (testimoniando nel metodo quello che vogliamo), un po’ politico (non me ne intendo ma chi se ne intende non manca), un po’ pratico (agenda condivisa emergente, nuove imprese, educazione all’uso degli strumenti che garantiscano contro l’illiberalità montante…); il tema è affascinante: ci torniamo? grazie del commento!

  • La cosa piu utopica è pensare, come spesso sento dire, che “la rete si regola da se”. Ahimè non è così, in quanto è fatta di gente che non si regola affatto.
    Certo educare al rispetto ( in generale) della privacy, della libertà, abituare alla semplice condanna del volgare inutile…insomma..hai voglia ad educare.
    nel frattempo il nostro Sindaco (Renzi) ha deciso che gli esercizi che vogliono dotarsi di un dehors devono obbligatoriamente offrire la connessione wi-fi.
    Internet obbligatoria. E se io decidessi diversamente per il mio bar, anche rinunciando volontariamente a quella quota di utenti internet-dipendenti? No è prevaricazione pure questa? (o solo un modo per garantire un servizio che altrimenti il Comune non è in grado di dare? in poche parole, farsi bello coi soldi e la disponibilità della libertà degli altri?. Politica o Servizio?

  • Sommessamente, faccio notare che la regola dell’identificazione obbligatoria per ogni accesso alla Rete ha più a che fare con le misure anti-pedofilia online che all’antiterrorismo…. Nessuno impedisce a un locale di offrire accesso Wi-Fi, ma deve garantire l’idetificazione del cliente che si connette (quindi server RIA, dati sensibili, etc, insomma una rottura di balle della quale chi vende spritz non ha nessuna intenzione di sobbarcarsi).
    Quanto all’UMP, è veramente divertente, d’altro canto sono i tipici infortuni di chi insegue la novità senza capirla, come il PD che piratò “YMCA” dei Village People (scelta divertente, nel senso arbasiniano) per “I am PD !”, finchè un blogger stronzo lo fece sapere alla casa discografica dei Village People e arrivò una letterina del tipo “cease and desist”…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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