Provocatoriamente, Neil Thackray si domanda: “Ma le compagnie media devono fallire prima di riuscire a reinventarsi?”
Con Luke Williams, possiamo solo rispondere che non è la migliore strategia possibile… (blog)
Provocatoriamente, Neil Thackray si domanda: “Ma le compagnie media devono fallire prima di riuscire a reinventarsi?”
Con Luke Williams, possiamo solo rispondere che non è la migliore strategia possibile… (blog)
David Weinberger è andato un po’ più avanti con la ricerca sulla questione dell’appoggio americano alle regolamentazioni in discussione all’AGCOM segnalato dalla Fimi. E ne parla sul suo blog e su BoingBoing. Quello che ha trovato non è un chiaro sostegno alle proposte AGCOM, che sembrano esagerate, ma in ogni caso non giudica particolarmente “carino” l’atteggiamento dell’amministrazione americana. Peraltro, vanno guardati i commenti al pezzo su BoingBoing. Fino a questo momento non c’è nessuna simpatia nei confronti degli italiani;...
Italy is again at a crossroads about freedom and quality of its media. On July 6, Italy’s telecommunication regulator, AGCOM, will decide how long will let the public debate about the new enforcement tools to fight copyright infringement the Agency is introducing. The law, introduced by the present government, generally requires AGCOM to adopt anti-piracy tools, but the AGCOM proposal gives the Authority itself the power to remove content from Italian websites or to block access to foreign websites accused by copyright holders to break their rights. There will be no need to go...
Google+ non si può usare in mobilità senza concedere a Google di conoscere la localizzazione dell’utente. Dopo vari tentativi con iPhone e iPad si direbbe che sia così. Usando Google+ con il computer si va senza problemi. Ma se si accede con il browser del cellulare o del tablet il sistema chiede di accettare di condividere con Google i dati sulla propria localizzazione. (Ho chiesto lumi anche su Google+ e attendo risposte). La conseguenza è che Google può usare i dati che raccoglie sulla localizzazione e condividerli con terze parti. E sebbene Google+ sia un ottimo prodotto (con pro e...
IL GAO, Government Accountability Office, è un’agenzia che deve fare studi per il Congresso americano in modo indipendente e non partisan sul modo in cui il Governo federale spende i soldi dei contribuenti. Il capo del GAO è nominato dal Presidente sulla base di una rosa di nomi indicata dal Congresso. Juan Carlos De Martin segnala uno studio del GAO dell’aprile 2010 dedicato alla ricerca sugli effetti complessivi sull’economia della contraffazione e della pirateria. Il GAO conclude dicendo che è impossibile valutare l’insieme delle conseguenze economiche della...
L’Agcom non ha dunque ancora messo all’ordine del giorno la discussione sui poteri che intende attribuirsi in materia di repressione delle presunte violazioni del diritto d’autore. (Vedi un post precedente con i link alle opinioni degli esperti). Ma molti si attendono che il 6 luglio avvenga qualcosa di importante. Se all’Agcom decideranno di proporre in consultazione pubblica la bozza di regolamento che hanno sviluppato si troveranno un bel muro di obiezioni davanti. Se approvano senza consultarsi troveranno un’esplosione di proteste. ...
JC De Martin ne scrive con grande equilibrio sulla Stampa di oggi: il regolamento che l’Agcom si appresta ad approvare in materia di rimozione dei contenuti ritenuti lesivi dei diritti altrui dalla rete è un errore. Se ne può discutere, ovviamente. Ma un fatto è certo: quel regolamento stabilisce che l’Agcom può rimuvere contenuti dai server italiani senza passare dalla magistratura e dunque senza consentire a chi li ha pubblicati di difendersi. Ci sono molte argomentazioni che girano in rete. E vale la pena di leggerne un po’ per farsi un’idea. Ne parla Scorza...
Mi sono trovato ad accompagnare un grande inviato di Panorama per un’intervista a Bisignani. Disse tre cose senza aspettare le domande. Erano, secondo l’inviato, altrettanti scoop. Eravamo in una sede del Gruppo Ferruzzi. Era l’epoca di tangentopoli, mille anni fa, pare ieri.
Il dato è di quelli che andrebbero presi nel contesto. Ma di per se è da sapere.
Ebbene: gli americani spendono di più per l’aria condizionata delle tende del loro esercito che per tutto il budget della Nasa. (via Grist)
“Steve Anderson, a retired brigadier general who was Petraeus’ chief logistician in Iraq, says
that the Pentagon spends $20 billion a year just to air condition tents
and temporary buildings in Iraq and Afghanistan. That’s more than
NASA’s entire annual budget.”
I titoli Pandora sono scesi sotto il prezzo di ipo. Bloomberg. Segno che la bolla non è come la precedente, ma contiene almeno qualche anticorpo.
Anche perché l’attenzione critica su organizzazioni come la Goldman Sachs non cessa di essere elevata. Nytimes. ProPublica.

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