Giuseppe Genna ha parlato ieri, a Oilproject, della narrazione all’epoca del web. Epica e sperimentazione, classifiche e canoni. Post-moderno e paura. Sintesi personali:1. Molte funzioni tipiche degli editori tradizionali potrebbero finire ai leader delle grandi piattaforme, tipo Apple. Per gli editori di libri, i distributori, i tipografi potrebbe essere un problema.2. Alcune innovazioni, mutuate dai telefilm, potrebbero diventare una nuova funzione editoriale: la creazione di mondi di senso all’interno dei quali si valorizzino le singole vicende. Potrebbe essere una chance per...
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Facebook scuola di privacy
Pare dunque che le persone si stiano rendendo conto che l’unico modo per usare Facebook e mantenere uno spazio per sé, senza essere continuamente osservati da chissà chi, sia quello di maturare una consapevolezza del mezzo e postare solo quello che si pensa possa essere pubblico.
Ovviamente senza farne una paranoia, come ironizza Paul Carr. La discussione in materia è ampia. L’evoluzione della privacy su Facebook è un’animazione da vedere.
La privacy di Zuckerberg
Il ceo di Facebook va dicendo da tempo cose che non lo mettono nel novero dei grandi difensori della privacy. Cercando esattamente che cosa pensa in materia ci si imbatte online in un pezzo uscito qualche giorno fa che riporta un commento fatto da un suo dipendente.
Si tratta di un frammento di una frase di Zuckerberg, detta in un ambito che egli evidentemente riteneva privato, e che pare dimostrare come al fondatore di Facebook non importi nulla della privacy.
Può darsi che non gli importi neppure del fatto che è uscita questa notizia su una sua conversazione privata.
Fidarsi dei “termini di servizio”
Eff riporta una cronologia dei cambiamenti nelle regole sulla privacy di Facebook. Mostrava tempo fa la durezza delle regole Apple per chi vuole distribuire applicazioni sull’App Store. Ning cambia improvvisamente politica e impone un pagamento per l’uso dei suoi minisocialnetwork. E poi c’è la storia – tutta da leggere e valutare – di Totlol e Google. Dobbiamo abituarci a pensare che se le piattaforme più rilevanti del pianeta digitale sono private, dovranno sempre mediare tra la necessità cogente di fare i loro interessi e la visione lungimirante di comprendere...
La rete tivù
La tv resiste meglio di altri media alla rete, dice l’Economist. Meglio della musica, meglio dei giornali di carta, forse anche meglio della radio. Perché l’umanità ha ancora bisogno di punti di aggregazione per appuntamenti collettivi. E la tv li offre. Mentre la rete li moltiplica. Tanti piccoli punti di aggregazione (la rete) invece di pochi grandi (la tv). Ma vedremo se questo continuerà nel tempo. Oggi la tv è decisamente cambiata. La tv generalista non è più centrale e regale come in passato. La tv resta importante anche perché si è a sua volta suddivisa in molti canali...
Scribd
Interessante questo Scribd, che ho finalmente trovato il tempo di provare caricando un testo che da tempo si trova qui sul blog, Ecologia dell’attenzione. E’ una sorta di YouTube per i testi, con varie feature anche per la condivizione o addirittura la vendita di libri e presentazioni fai-da-te (su quest’ultimo aspetto non ho opinioni perché non ho provato come funziona). Per la condivizione mi sembra che funzioni bene. Peraltro il risultato è in Flash dunque non si vede su iPhone e iPad..
Per esempio, si può embeddare un testo: Ecologiadellattenzione
Dal Giurassico al Cartaceo e oltre
La nomenclatura delle ere mediologiche va dal Giurassico al Cartaceo. Oggi siamo forse nel Paleodigitale. Ormai se ne rendono conto tutti. Gli umani che leggono si stanno adattando. C’è un magnifico studio di Terje Hillesund sull’evoluzione delle tecniche di lettura.
Facebook, Google e il governo del web
I percorsi del traffico in rete sono molto influenzati dalle regole delle piattaforme con le quali si cercano e si segnalano i contenuti dei siti. E non c’è dubbio che questo influenza in un certo senso i contenuti stessi. Google ha fatto nascere nuove professionalità per ottimizzare i siti allo scopo di renderli più facili da trovare usando il motore di ricerca. E il nuovo servizio di Facebook che tende a sviluppare la semantica delle pagine avrà probabilmente un impatto analogo. Tutto da capire. Da rileggere il pezzo di Vincos. E quello di ReadWriteWeb. L’importante è tenere...
iPad: incuriositi e perplessi
Apocalittici e integrati, sull’iPad non si può essere. Al massimo incuriositi e perplessi. Forse perché in Italia, anche ad avercelo in mano, dell’iPad non si può capire più di tanto, visto che non si possono ancora scaricare le applicazioni. Questo avverrà solo dopo l’uscita del prodotto in Italia. E solo in autunno arriverà il sistema operativo multitasking che dovrebbe dare arricchire l’esperienza in modo decisivo. Ma una questione sta emergendo comunque. Pierluca Santoro se ne fa portavoce con un bel post pieno di rimandi utilissimi. Al centro della questione è la...
Copyright da equilibrare
L’Economist è un grande giornale. Vive di copyright. Guadagna, a differenza di altri giornali. E scrive un importante editoriale sul copyright, senza paura ma con molta razionalità. Il copyright, dice l’Economist, va riequilibrato. Perché si è allargato troppo. Dura troppo. E diventa sempre più invadente nella vita dei creatori, degli autori, del pubblico. E’ assurdo pensare che la quantità di persone che infrangono il copyright non si senza in parte vagamente legittimata a farlo dall’incessante avanzata delle pretese delle grandi corporation che detengono...
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