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Gates parlò con Jobs dell’iPad (e altro)

Nel maggio del 2007, un’intervista doppia a Steve Jobs e Bill Gates. Entrambi arrivano alle stesse conclusioni. Ma da due punti di partenza diversi. Gates sembra più orientatato a vedere il mondo coperto da schermi di ogni genere e proiettori che trasformano in schermi tutte le superfici. Jobs sembra più orientato a raccontare l’evoluzione del pc in tutte le nuove forme che potrà assumere. Arrivano alla stessa conclusione, ma il percorso è diverso. (Gizmodo secondo me la vede in modo un tantino unilaterale: entrambi parlano di iPad)

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Ministro dell’Internet: “Internet mi fido”

Il Sole pubblica le bozze preparatorie del “codice di autodisciplina di internet” sponsorizzato dal ministro dell’Interno. Il passaggio-chiave, mi pare, riguarda il fatto che è un codice da adottare su base volontaria:“Fermo restando il rispetto delle norme vigenti, con il Codice si intende assicurare – su base volontaria – l’adozione di procedure volte a contrastare l’uso illecito delle risorse Internet fornite dai soggetti aderenti e, in particolare volte a garantire, su tali risorse, il pieno rispetto della dignità umana ed il rifiuto di ogni...

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Help: intrusi su FriendFeed…

Strano fenomeno. Su FriendFeed è apparso due volte un post con il link al mio profilo di Linkedin. Ma non sono io ad averlo pubblicato.
Dopo il primo caso, ho tolto il feed di Linkedin da quelli che alimentano FriendFeed. Ma questo non ha impedito la ripetizione del fenomeno.
Qualcuno sa darmene una interpretazione?

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Boomerang privacy Facebook

La gente si va disaffezionando a Facebook. Un sito nato per coltivare “amicizie” e trasformato in servizio di comunicazione e promotore della presenza online per arrivare a un motore di ricerca sociale, si capisce meno. SearchEngineLand dice che la percentuale di utenti attivi diminuisce.

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Genna e i canoni del web

Giuseppe Genna ha parlato ieri, a Oilproject, della narrazione all’epoca del web. Epica e sperimentazione, classifiche e canoni. Post-moderno e paura. Sintesi personali:1. Molte funzioni tipiche degli editori tradizionali potrebbero finire ai leader delle grandi piattaforme, tipo Apple. Per gli editori di libri, i distributori, i tipografi potrebbe essere un problema.2. Alcune innovazioni, mutuate dai telefilm, potrebbero diventare una nuova funzione editoriale: la creazione di mondi di senso all’interno dei quali si valorizzino le singole vicende. Potrebbe essere una chance per...

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Facebook scuola di privacy

Pare dunque che le persone si stiano rendendo conto che l’unico modo per usare Facebook e mantenere uno spazio per sé, senza essere continuamente osservati da chissà chi, sia quello di maturare una consapevolezza del mezzo e postare solo quello che si pensa possa essere pubblico.
Ovviamente senza farne una paranoia, come ironizza Paul Carr. La discussione in materia è ampia. L’evoluzione della privacy su Facebook è un’animazione da vedere.

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La privacy di Zuckerberg

Il ceo di Facebook va dicendo da tempo cose che non lo mettono nel novero dei grandi difensori della privacy. Cercando esattamente che cosa pensa in materia ci si imbatte online in un pezzo uscito qualche giorno fa che riporta un commento fatto da un suo dipendente.
Si tratta di un frammento di una frase di Zuckerberg, detta in un ambito che egli evidentemente riteneva privato, e che pare dimostrare come al fondatore di Facebook non importi nulla della privacy.
Può darsi che non gli importi neppure del fatto che è uscita questa notizia su una sua conversazione privata.

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Fidarsi dei “termini di servizio”

Eff riporta una cronologia dei cambiamenti nelle regole sulla privacy di Facebook. Mostrava tempo fa la durezza delle regole Apple per chi vuole distribuire applicazioni sull’App Store. Ning cambia improvvisamente politica e impone un pagamento per l’uso dei suoi minisocialnetwork. E poi c’è la storia – tutta da leggere e valutare – di Totlol e Google. Dobbiamo abituarci a pensare che se le piattaforme più rilevanti del pianeta digitale sono private, dovranno sempre mediare tra la necessità cogente di fare i loro interessi e la visione lungimirante di comprendere...

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La rete tivù

La tv resiste meglio di altri media alla rete, dice l’Economist. Meglio della musica, meglio dei giornali di carta, forse anche meglio della radio. Perché l’umanità ha ancora bisogno di punti di aggregazione per appuntamenti collettivi. E la tv li offre. Mentre la rete li moltiplica. Tanti piccoli punti di aggregazione (la rete) invece di pochi grandi (la tv). Ma vedremo se questo continuerà nel tempo. Oggi la tv è decisamente cambiata. La tv generalista non è più centrale e regale come in passato. La tv resta importante anche perché si è a sua volta suddivisa in molti canali...

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Scribd

Interessante questo Scribd, che ho finalmente trovato il tempo di provare caricando un testo che da tempo si trova qui sul blog, Ecologia dell’attenzione. E’ una sorta di YouTube per i testi, con varie feature anche per la condivizione o addirittura la vendita di libri e presentazioni fai-da-te (su quest’ultimo aspetto non ho opinioni perché non ho provato come funziona). Per la condivizione mi sembra che funzioni bene. Peraltro il risultato è in Flash dunque non si vede su iPhone e iPad..
Per esempio, si può embeddare un testo: Ecologiadellattenzione

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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