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Pubblicità aumentata

Nielsen segnala che la pubblicità è aumentata in Italia, nel primo semestre, del 4,7% rispetto ai primi mesi del 2009, a 4,5 miliardi di euro.
La pubblicità in tv è aumentata del 7,3%. Nei quotidiani a pagamento dello 0.5%. Su internet del 14,6%. Alla radio del 14,8%. Hanno perso ancora quotidiani gratuiti e periodici.
La televisione resta padrona della situazione, evidentemente, per valori assoluti e capacità di ripresa.

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Libri e giornali

Lo spunto viene da un pezzo di Mante su Punto informatico. Che induce un pensiero laterale. Il pezzo di Massimo allude ai diversi comportamenti degli editori di libri e di giornali nei confronti dei supporti digitali tipo tablet e ereader. Una differenza importante sta nel fatto che i giornali sembrano finalmente orientati a sperimentare qualcosa con le apps, mentre i libri tendono a essere trasportati sul nuovo supporto più o meno tali e quali. Il che è sostanzialmente vero. Ma perché avviene questo e che cosa può succedere ora? La differenza tra libri e giornali è originariamente nella...

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Il tempo che fa su Google

Google Earth promette di mostrare la situazione meteorologica in tempo reale, da oggi. (Bisogna abilitare il layer chiamato clouds).
Intanto la gente moltiplica gli sforzi per restare un po’ invisibile a Google e ai provider. Autodeterminazione della privacy.
Infine, i finanziari parlano di rallentamento futuro della crescita di Google. E penalizzano il titolo. Nonostante che sia uno dei business che vanno meglio al mondo.
Strani tempi per Google. Bizzarri Zeitgeist.

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Innovazione nei costi della pubblicità online

Il Wsj vede un aumento significativo del fatturato pubblicitario dei siti dei giornali americani. Anche se non basta a coprire le perdite della pubblicità cartacea. Ma in questo fenomeno ci sono anche i motivi per aprire un dibattito sulle metriche che motivano i costi pubblicitari online. Secondo ComScore, il Cpm (costo per mille pagine viste) è una misura abbastanza disordinata. Nei giornali il Cpm in America, in aprile, era 6,99 dollari, nei portali 2,60 e nei social network 56 centesimi. Nello stesso tempo le pagine viste dei giornali erano 8,5 miliardi, nei portali erano 69,7 miliardi e...

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Articolo 1, comma 29: non avere paura

Il comma 29 per come è scritto sembra dire che qualunque sito è soggetto all’obbligo di rettifica e rischia una multa molto salata se non ottempera in 48 ore. (Fatto) Io dico che i blog sono fatti apposta per rendere facilissime le rettifiche. Chi le vuole le mette nei commenti. Se non lo fa subito da solo vuol dire che non ha interesse a un’immediata rettifica della notizia. Se non ha quell’interesse e non lo dimostra, non può pretendere che ce l’abbia il blogger. (Che ne dici Guido?) In ogni caso, queste norme (o minacce di norme) non devono mettere paura alla gente...

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Il valore del passaparola

Sul McKinsey Quarterly, un saggio di razionalità per capire il valore del brand di un’azienda in base ai messaggi trasmessi per passaparola. Il valore del brand in base ai messaggi trasmetti per passaparola è funzione del numero di messaggi più il loro impatto. L’impatto è tanto maggiore quanto più: 1. il network è compatto (non disperso); 2. i messaggi sono rilevanti (influiscono direttamente sulle decisioni di acquisto); 3. il mittente è influente; 4. il messaggio riguarda un’esperienza diretta (non è un “sentito dire”). Meglio pochi messaggi ma di grande...

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Ritrovando Rising Voices

Marta Mainieri sottolinea giustamente l’importanza di iniziative come Rising Voices, lanciata da Global Voices per migliorare l’accesso attivo di popolazioni “sottorappresentate” al sistema dei media. Questa segnalazione fa parte della serie di suggestioni utili per Ahref.

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La coda mozza

Scrive Alberto Carnevale Maffè, su Link, che l’effetto “coda lunga” tradotto in redditività dei contenuti si trasforma in un effetto “coda mozza”. I contenuti di larghissima audience e i contenuti di estrema nicchia hanno più possibilità di guadagnare di quanta ne abbiano i contenuti che stanno nel mezzo.

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Scoble entusiasta di Flipboard

Robert Scoble è entusiasta di Flipboard, una nuova app che fa vedere il contenuto proveniente da Twitter, Facebook, feed di giornali e altro, nella forma di un magazine che si sfoglia e si aggiorna continuamente.

Il design del magazine si dimostra molto attraente. E’ come se trasformasse contenuti piuttosto semplici in qualcosa di elaborato e critico. Una storia di user interface che si riprogetta per contenuti del tutto nuovi e per modalità produttive del tutto rinnovate.

In crisi non è l’utilità e la bellezza della forma del magazine.

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Ecologia della credibilità

A quanto pare la credibilità si guadagna con un lungo lavoro e si perde in un attimo. E quando si perde non si ricostruisce se non con un lavoro almeno altrettanto lungo. In questo, evidentemente, assomiglia all’equilibrio ambientale. Un sistema ecologico ci mette milioni di anni a formarsi, ma si può distruggere in breve tempo.  Se resiste, quando resiste, è solo grazie alla biodiversità. Una monocultura come quella delle aragoste del Nordamerica, diceva Johan Rockström a Ted, sembra estremamente efficiente. Ma basta l’inserimento anche casuale di un organismo esterno...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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