La Nielsen comunica i dati sulla pubblicità in Italia nel periodo gennaio-ottobre 2010. Rispetto ai drammi dell’anno scorso, quest’anno è andata meglio. Con un aumento compessivo del 3,8% (a quasi 7 miliardi) e una crescita della pubblicità commerciale nazionale del 4,7%. Quanto ai mezzi usati per fare pubblciità, la televisione giganteggia con quasi 3,8 miliardi e un aumento del 6,3%. Internet cresce più di tutti con un aumento del 17,7% a 277 milioni sempre nel periodo gennaio-ottobre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (fonte citata da Nielsen per questo...
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Bambini italiani per l’Eurispes
Dall’ufficio stampa dell’Eurispes, un’indagine condotta con Telefono Azzurro, sui bambini italiani. Che appaiono sempre più soli, dice il titolo. Qui sotto i capitoli sull’uso dei media: DOMINA LA TV, IN CRESCITA L’USO DEI TELEFONINI. Il media tuttora più popolare presso i bambini rimane la televisione: solo il 4,8% del campione, infatti, afferma di non utilizzarla mai. Il consumo televisivo risulta nella maggioranza dei casi moderato: il 37,1% vede la tv fino ad un’ora al giorno, il 30,8% da 1 a 2 ore. I bambini forti consumatori sono una minoranza, che...
Lezioni Wikileaks
Wikileaks ha dato una bella lezione a tutti, compresa sé stessa. Ecco gli insegnamenti principali: 1. L’informazione grezza va verificata, selezionata, constestualizzata, editata. La filiera che va da chi possiede un documento riservato e lo vuole rendere pubblico, a chi lo raccoglie nascondendo la fonte, a chi lo verifica e poi pubblica, costituisce una divisione del lavoro importante e ogni sua parte ha un grande valore. (cfr. Crovitz – Wsj – pagina a pagamento)2. I giornali che capiscono questo gioco migliorano. Per spingere i giornali a capire questo gioco può essere...
Twitter semisociale
Solo una metà degli utenti di Twitter legge i minipost degli altri. L’altra metà non lo fa mai o quasi. (via TheNextWeb)
Il dilemma di Google / 2
Non si esce facilmente dal dilemma di Google. Restituire prima i link che più interessano al business immediato di Google – promuovendo per esempio i suoi servizi di ricerca verticali – oppure restituire i link in modo indipendente dai suoi stessi interessi, secondo un algoritmo neutrale di rilevanza delle informazioni? E’ chiaro che gli utenti vorrebbero la seconda. Ma non è facilissimo capire come, se Google fa altre attività oltre a quella del motore:1. Se Google fa qualcosa sarà molto linkato e dunque salirà nel ranking del suo algorimo anche senza “trucchi”2...
Tempo di media
Il tempo passato davanti alla televisione è ormai pari al tempo passato su internet, in America, dice Forrester. Per i giovani, però, internet vale più tempo che la televisione. Anche così, a quanto pare, il tempo di televisione non è necessariamente diminuito. (via New York Times)
La televisione resiste. Anche perché si può fare internet e televisione insieme. La tv può essere anche un consumo distratto, di sottofondo. Il tempo di attenzione e il tempo di accensione sono entità diverse. Per ora, ovviamente, non c’è traccia di una misurazione del genere.
Dilemma strategico per Google
Se fosse vero che il motore di ricerca di Google favorisce certi siti piuttosto che altri in funzione degli interessi economici dell’ormai vasta azienda Google, se le persone se ne accorgessero e cominciassero a non credere più a Google come un motore di ricerca obiettivo con una chiara distinzione tra pubblicità e informazione ma si facessero la convinzione che tutto quello che Google offre non è altro che quello che a Google interessa offrire, allora sarebbero dolori per Google. Tutti i motori di ricerca concorrenti diventerebbero improvvisamente più interessanti. E la dominanza...
Editori ricchi di nicchia
Tyler Brûlé è riuscito a dimostrare che un editore piccolo, che sceglie una nicchia ricca e che riesce a servirla costruendo un “mondo di senso” all’interno del quale c’è design, stile e spirito innovativo sta in piedi anche con la carta. (via Amy Larocca)
Assange, Chomsky, Lee Hunter… Shirky… qualcosa sta andando storto
Assange ha contrattato e ottenuto il suo arresto. Amazon e PayPal, Mastercard, Visa, il sistema bancario svizzero e il sistema giudiziario svedese si sono schierati contro di lui. Noam Chomsky difende Wikileaks. Dan Gillmor dice che se si accetta la chiusura di Wikileaks si perde la libertà di espressione. Mark Lee Hunter dice che se Assange è una spia allora lo sono tutti i giornali che danno notizie. Facebook e Twitter non chiudono a Wikileaks. Centinaia di siti adesso ospitano la piattaforma di Assange. La strada della reazione sembra la preferita in alcuni circoli della politica americana...
Ignorando la pubblicita’
Il pubblico americano ignora la pubblicit
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