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La sentenza su Google e i libri digitali

Giusto per curiosità, si può dare un’occhiata alla sentenza del giudice Chin sulla vicenda della digitalizzazione dei libri operata da Google e osteggiata da una serie di autori, editori e piattaforme alternative. Il succo è che Google non può operare pensando che chi non è d’accordo con la digitalizzazione di un suo libro della fare opt-out: in realtà, il giudice decide che Google prima di digitalizzare debba chiedere che il detentore del copyright faccia opt-in. Ma il bello è leggere la sentenza in pdf. Un testo chiaro anche ai profani.

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Microsoft lascia perdere con Zune (Bloomberg)

Secondo una persona informata dei fatti, dice Bloomberg, la Microsoft abbandona lo sviluppo di Zune. Il player per la musica che era stato lanciato nel 2006 e che secondo Steve Ballmer avrebbe dovuto fare concorrenza all’iPod-iTunes della Apple non ha convinto i consumatori e non ha cambiato la struttura dell’ecosistema. L’effetto-rete, che nei pc ha sempre favorito la Microsoft, si è dimostrato insuperabile anche nel mondo della musica. Ma in questo caso è la Microsoft ad averne subito le conseguenze.

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Twitter frena gli sviluppatori

Twitter ha avvertito gli sviluppatori che non lascerà più la stessa libertà agli sviluppatori che fanno interfacce per usare la piattaforma. Il motivo è rendere la vita più facile agli utenti. Ma la comunità di sviluppatori non è certo molto contenta. Ogni piattaforma privata tiene il suo ecosistema in scacco. E può cambiare politica quando vuole. La sola piattaforma che garantisce a chi sviluppa la libertà di creare in base a una propria idea e di stabilire la propria strategia è internet, fino a che sarà mantenuta la neutralità della rete. Ecco il commento di Dave Winer. “The [wide...

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L’infinito loop dell’anonimato

Su Slate una discussione sull’anonimato dei commenti ai giornali online. Da quando c’è la rete, c’è anche questo dibattito. Fin dai tempi di The Well. È chiaro che l’anonimato favorisce l’emergere di notizie che non uscirebbero se chi le scrive si dovesse esporre ai poteri che vorrebbero impedirne la pubblicazione. Ma l’anonimato favorisce anche l’emergere di commenti che non uscirebbero se chi li scrive sente che dichiarando la propria identità se ne dovrebbe vergognare. L’anonimato in effetti annulla i freni inibitori di chiunque tenga alla...

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Personal news

Anche Instapaper consente ora di condividere e segnalare gli articoli letti online alla rete sociale. Intanto, Linkedin propone un servizio di notizie personalizzate, scelte in base agli interessi e alle connessioni degli utenti. E Goodreads propone un algoritmo per segnalare libri che gli utenti potrebbero essere interessanti a leggere. La rete ha reso facilissimo pubblicare. Ora il problema è scegliere. E le iniziative per facilitare la scelta si moltiplicano. Se saranno troppe anche le iniziative per facilitare la scelta di quello che va letto, si dovrà comincaire a scegliere a quali di...

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Facebook e l’informazione

Effettivamente, parlando di informazione e social network, si pensa di più a Twitter che a Facebook. Ma Vadim Lavrusik invita a riflettere da questo punto di vista. Perché Facebook consente iniziative più complesse di quelle che si possono sviluppare su Twitter.  Il problema è che si tratta di una piattaforma proprietaria. Il vantaggio è che ha un’audience potenziale molto grande. Probabilmente, l’integrazione di Facebook e Twitter in un’iniziativa di informazione, senza affidare tutto a quelle piattaforme, resterà a lungo l’idea più diffusa di chi voglia...

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Avanti con le web-apps

Mozilla spinge le web-apps. Il browser è abilitatore del software che si scrive una volta e gira su tutti si sistemi operativi. Logica molto importante con la fioritura dei tablet e degli smartphone con sistemi operativi diversi.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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