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Tar del Lazio, equo compenso e equilibrio del copyright

Sulla scorta di una sentenza del Tar del Lazio pubblicata il 3 marzo e segnalata da Valerio Lubello, via Nexa, si può tornare alla questione delle norme equilibrate a garanzia del copyright e di tutti gli altri diritti dei cittadini collegati alla produzione culturale, compreso il pubblico dominio, intorno ai quali era arrivato anche l’interessante commento di Enrico Pozzi. Scusandomi per le eventuali imprecisioni nei termini, ricordo che la sentenza conferma la legittimità della norma secondo la quale chiunque compri uno strumento contenente una certa quantità di memoria elettronica...

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L’equilibrio del copyright

Il diritto d’autore è un monopolio concesso in deroga alla libera concorrenza per valorizzare il lavoro di chi crea nuova conoscenza e ha assunto le forme oggi note per motivi legati a un modello di business nel quale la tecnologia consentiva di legare fortemente un’opera a un oggetto. Nel contesto digitale e soprattutto nell’economia della conoscenza questo aspetto è venuto meno. Mentre la riproducibilità degli oggetti stessi è diventata sempre più facile, non solo nel mondo digitale (come ben sanno i designer). In questa trasformazione si mettono in gioco diversi interessi...

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Jeffrey Schnapp e la memoria dei media digitali

Sostiene Maurizio Ferraris che un oggetto sociale non esiste se non è documentato. E osserva che l’evento più importante di questa epoca è l’esplosione della registrazione. Ciò che davvero distingue i nuovi media è la memoria. Non per nulla le sue parole si sono incrociate benissimo con quelle di Jeffrey Schnapp, del MetaLab di Harvard, ieri alla Bocconi, con le Fondazioni Mondadori, Cariplo e Ibm, per una mattinata introdotta da Paola Dubini, director del centro ASK dell’Università Bocconi. Schnapp sta cercando di esplorare le conseguenze profonde, colte, dell’avvento...

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Tv e web: esperienza filter bubble

Esperienza filter bubble ieri al convegno sui rapporti tra tv e internet con i rappresentanti dei broadcaster italiani. Linguaggi e interessi diversi. La convergenza sarà forse tecnologica ma non è ancora culturale. Le preoccupazioni della Rai erano relative all’organizzazione interna, anche se Antonio Marano ha parlato a lungo delle iniziative della sua azienda nel mondo della rete. Gina Nieri di Mediaset ha fatto notare che i minuti passati alla tv sono ancora di un ordine di grandezza superiori ai minuti passati sui social network. E che il tema è avere una rete che rispetti il...

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Convegno Pd: internet e televisione

Carlo Rognoni e Paolo Gentiloni introducono un convegno organizzato dal Pd sulla televisione nell’epoca di internet. «Un governo italiano non può non pensare a questo tema» dice Rognoni. «I temi della concentrazione del potere e del ruolo del servizio pubblico non sono archiviati di fronte all’enorme cambiamento generato da internet» dice Gentiloni. «Ma ne sorgono di nuovi. L’allocazione più intelligente dello spettro delle frequenze. Il modello di business dei contenuti. Il copyright. La protezione dei dati». Augusto Preta conferma che il motore dell’innovazione è...

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Gamification e media ludici. Ortoleva ad Ahref

Via Stefano De Paoli: la Fondazione Ahref invita al primo seminario di “Little things for big changes: informazione – innovazione – impresa”. Il seminario di apertura dal titolo “Vederci giocare. La ludicizzazione dei media” sarà tenuto da Peppino Ortoleva, docente di Storia e teoria dei media all’università di Torino. Nel corso di questi ultimi venti-venticinque anni la presenza della ludicità, in termini di pratiche di gioco e anche in termini di metafora e di paradigma, si è venuta imponente come uno degli aspetti più visibili della società...

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Per i centri media cresce la pubblicità online

Sul Sole di carta, notizie sulla pubblicità online. In un contesto di riduzione generale degli investimenti, anche quest’anno la pubblicità online dovrebbe crescere del 10-15%, rispetto agli 1,2 miliardi del 2011. Tra questi, il 5-6% sul totale, dovrebbe andare ai “social”, se così si possono definire Facebook e YouTube.

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Le apps che si prendono la nostra rubrica del telefono

Dopo il caso Path sono emersi altri casi analoghi. Si scopre che le apps hanno accesso a una quantità di dati che si trovano nel telefono. Alcune li usano senza dirlo agli utenti. Altre lo dicono in modo un po’ sibillino. Altre lo dicono esplicitamente.
Twitter registra le rubriche quando l’utente accetta di toccare il tasto che invita a cercare amici. Facebook pare piuttosto trasparente. Foursquare, accusata di fare come Path, assicura che non è vero.
Le analisi sono su:The VergeVentureBeatLaTimes

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Quanti altri casi Path?

Giorgio Fontana segnala nei commenti a questo blog: commentando il caso Path, che ha registrato i contatti degli utenti senza dirlo per poi scusarsi, Nick Bilton, su Bits del New York Times, osserva che comincia a essere troppo facile per le aziende che sbagliano. Chiedono scusa e tutti le perdonano subito. Scrive Bilton: It seems the management philosophy of “ask for forgiveness, not permission” is becoming the “industry best practice.” Questo però può aprire a una generalizzazione dei problemi. Tra l’altro, Chris Dixon, un investitore, dice che probabilmente la...

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Path: service ha risposto

Path registrava senza dirlo la rubrica del cellulare dei suoi clienti. Qualcuno se n’è accorto. Path ha ammesso l’errore e ha chiesto scusa. Noi utenti, nel frattempo, abbiamo scritto a service@path.com chiedendo che i nostri dati fossero cancellati. La mail di protesta è partita l’8 febbraio. La risposta è arrivata il 12 febbraio: Hi Luca, Thank you for getting in touch with us and I sincerely apologize for our delay in responding to you! You have been heard and as a result, as of Wednesday (February 8), we’ve deleted the entire collection of user uploaded...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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