Forse, forse si riesce a fare una trasmissione di Nòva alla Radio24. Se parte, parte il 7 settembre. Per ascoltare chi vuole “cambiare il mondo“.
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PayWeb
Secondo il Guardian, alcuni potenti osservatori dell’industria internettara stanno cominciando a pensare che gli utenti saranno prima o poi disposti a pagare per i servizi come Facebook e altro. Secondo una ricerca, anch’essa pubblicata dal Guardian, i ragazzini hanno smesso di scaricare mp3 e sentono la musica attraverso servizi di streaming, molto più comodi. Per l’industria dei contenuti sono due buone notizie. Che fondamentalmente dipendono dalla maturazione dell’utilizzo della rete. Inferirne la convinzione che in prospettiva tutti i problemi dei detentori di...
AudioBoo
Una sorta di Twitter in audio. Con tanto di embed per usarlo sul proprio blog… Qui c’è il mio secondo test… Realizzato con iPhone e una procedura totale, compresa l’iscrizione al servizio, di quattro minuti. Ammetto che il contenuto non è particolarmente interessante…
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Nexa!
Nexa, al Politecnico di Torino, sta facendo un grande lavoro. Insieme al Berkman Center di Harvard, mantiene uno straordinario equilibrio tra l’approccio profondo degli studiosi e l’approccio caldo degli attivisti. In Italia, secondo me, è importante che sia soprattutto un centro che studia correttamente le dinamiche della rete. E su questa base prenda posizione. Senza entrare nel linguaggio delle polemiche tra i politici. Per non diventare uno dei tanti generatori di opinioni vaganti nel chiacchiericcio generale. E per restare uno dei pochissimi generatori di osservazioni...
Twitter e Flickr
E dunque ora si possono mandare foto su Twitter via Flickr. Era tempo, in effetti. La procedura è davvero supersemplice. Si fa in dieci secondi. Si dovrà stare attenti allo spam inviato alla casella di posta che serve a mandare le informazioni dal telefonino a Flickr e da lì a Twitter. Occhio.
Facebook blogging
Grossa novità a Facebook, ancora in fase di test. Gli utenti potranno scegliere se far vedere i loro post solo agli amici, come ora, oppure a chiunque. Si potrà scegliere di volta in volta. E quindi continuare la conversazione con le persone che si conoscono per certi argomenti. Ma contemporaneamente scrivere post che andranno in “broadcast” pubblico, creando una pagina tipo blog, o tipo microblog in stile Twitter. (Insidefacebook)
Ballmer avverte i media tradizionali
Steve Ballmer, capo della Microsoft, pensa che i media tradizionali non devono aspettarsi un ritorno della pubblicità ai livelli precedenti la crisi. Non è una crisi, secondo Ballmer. E’ un cambiamento strutturale. (Guardian)
Lacrime nella pioggia
Il III Digital Content Summit è già cominciato. Carlo Alberto Carnevale Maffè introduce Stefano Portu che all”Espresso si occupa di Mobile. Lo introduce dicendo: «Mettendo i contenuti nei telefonini avete portato i lettori ai vostri contenuti negli interstizi della loro giornata. Momenti che sarebbero andati perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia». Portu dice: «Abbiamo creato una mezz’ora al giorno di utilizzo in più. Repubblica sul mobile è un successo. I giornali nell’era di internet hanno perso la loro centralità. Cercano di ritrovarla con un insieme di...
Esquece seo faiscbuc
Un titolo dovuto al fatto che dall’altoparlante esce una ragazza de ipanema… mentre scorre sullo schermo un pezzo che sottolinea come il successo di Facebook sta riducendo l’importanza del Seo e delle pratiche per fare traffico influenzando i criteri di Google per la valutazione della rilevanza delle pagine. Cioè: non proprio riducendo l’importanza. Ma creando un’alternativa.
Intuizioni di Clay Shirky
Clay Shirky. Big Think. “La gente non è molto brava a ragionare velocemente. Ma è bravissima a emozionarsi velocemente. E man mano che i media diventano più veloci, diventano anche più emozionali”.
Daniel Kahneman dice che è molto più probabile che una decisione sia presa in base all’intuizione che in base al ragionamento. E i media sono responsabili di una grande quantità di conoscenze ovvie che costituiscono il materiale di base per l’intuizione.
Siamo tra l’ecologia dell’attenzione e la strategia della disattenzione. (cfr anche Economia della felicità).
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