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Quando l’Italia faceva più informatica

Un promemoria. Su quando l’Italia era un paese relativamente più avanzato nell’informatica. Nel 1954, Enrico Fermi scrisse una lettera al Magnifico Rettore dell’università di Pisa invitandolo a investire in una grande macchina per il calcolo. Fu fatto, e Pisa da allora è restata all’avanguardia. La lettera è bellissima. Si trova in uno studio di Alfio Andronico che mi è capitato di rivedere oggi – per la bibliografia di un libro – e vale la pena di scorrerlo. Altri riferimenti per la storia dell’informatica italiana. Ecco la lettera di Fermi riportata...

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Empatia automatica

Luca Chittaro descrive un esperimento che mostra come anche nella comunicazione uomo-macchina si sviluppi una sorta di empatia quando uno dei due interlocutori mima, discretamente, i gesti dell’altro.

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Kevin Kelly a DLD

Kevin Kelly, con John Brockman, Steward Brand e George Dyson, hanno parlato a DLD. Kevin Kelly ha parlato del suo nuovo libro, What Technology Wants. Ha descritto l’evoluzione della tecnologia paragonandola all’evoluzione biologica. E ha detto che la logica intrinseca della tecnologia, quello che la tecnologia vuole, è scelta, opportunità, libertà. Ed è fondamentalmente questo che porta. Affrontando a ogni nuova generazione i problemi che la tecnologia ha generato nella generazione precedente. Se la tecnologia produce disastri, la soluzione non è meno tecnologia, ma tecnologia...

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Google risparmia 6 miliardi e prepara un Groupon-fai-da-te

Mashable ha uno scoop oggi con una sorta di conferma. Nel giorno dell’abbandono del posto di comando da parte di Eric Schmidt, viene fuori che Google prepara Google Offers, un competitore diretto di Groupon, azienda che poco tempo fa la stessa Google voleva acquistare per 6 miliardi di dollari.

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L’innovazione dell’aria pulita

Peter Hall scrive una storia tutta da leggere su come è nato Humanair, una macchina per creare una zona di aria pura intorno alle persone all’interno degli edifici. E’ un problema enorme, quello della qualità dell’aria negli interni (è considerato uno dei primi cinque motivi di rischio per la salute relativi all’ambiente negli Stati Uniti dalla Environmental Protection Agency). La storia riguarda il metodo e il percorso di gestazione, discussione, avanzamento, arretramento, ridiscussione, test, riprogettazione, ripensamento, test, prova, ecc ecc, dell’innovazione...

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Kristi per Milano

Kristi scrive su Doors of Perception, il blog collettivo animato dal grande John Thackara, che Milano ha avviato molti progetti di design di servizi di valore.

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Design della prossimità

John Thackara, designer attento alla sostenibilità, indaga le strategie alternative per la riduzione dell’impronta ecologica dei trasporti. E non trova molte risposte tecnologiche per rendere la mobilità più sostenibile. Quindi cerca di dimostrare che occorre ridisegnare le attività in modo da sviluppare il piacere e l’utilità di distribuire i viaggi delle persone e delle merci in modo meno irrazionale di come avviene oggi. Il ragionamento, pragmatico, di Thackara merita una lettura.

Intanto, NewMobility censisce i progetti orientati alla mobilità sostenibile.

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Share di attenzione

Nella tabella sono riportati i cambiamenti nella quantità di attenzione raccolta dai vari brand nel corso del Ces di Las Vegas. ReadWriteWeb fa un’utile analisi della cronaca. Ma è interessante segnalare anche il concetto “share di attenzione”. RowFeeder lo calcola in base alle volte che i brand sono citati nei social network. E’ ovviamente una proxy. Ma dimostra che stiamo cercando nuove metriche per capire come stanno le cose in un mondo in cui la scarsità non è più nello spazio disponibile sui media, ma nel tempo e nell’attenzione della rete sociale.

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L’inventilatore

Per dare aria alle idee, ogni tanto ci vuole Bergonzoni, che ha inventato l’inventilatore, la macchina che aiuta quelli che fanno le scoperte…

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Consumer neurotech

Non l’ho provato. Ma leggo di Epoc (della Emotiv) e immagino che cosa ci si potrebbe fare. Un lettore a basso costo del cervello, che può servire come interfaccia uomo-macchina o come registratore di reazioni cerebrali… Ma non costa come un laboratorio.
Ripeto non l’ho provato. Ma il concetto è chiaro. Anche la lettura delle reazioni cerebrali – come la decodifica del genoma personale – è entrata nel loop del crollo dei costi dei materiali elettronici. E quello che ci si potrà fare è tutto da inventare.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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