La città è un acceleratore dell’innovazione, da sempre, ma se cresce male può frenare ogni cambiamento. Un tema centrale, senza troppe sorprese alla fine, è il sistema dei collegamenti.
Abbiamo vissuto cinquant’anni di riorganizzazione delle città intorno alle auto. In Italia è stato particolarmente insensato. Ma in molte città del mondo ci si è accorti che è tempo di rifare le città per i pedoni e le bici. Ecco una presentazione di Alexander Ståhle per raccogliere gli argomenti contro l’automobile in città. Una citazione (slide 15) vale la pena di essere notata: «una città sviluppata non è una città nella quale i poveri vanno in automobile, ma una città nella quale i ricchi si muovono usando i mezzi pubblici». (La presentazione è ottima. Peraltro c’è anche una foto che si fa notare per un aspetto paradossale…).
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(Non è paradossale la foto – la slide numero 20 – con la scala mobile per andare alla palestra a fare “steps”? Ne parlava Vivek giusto una settimana fa, circa).
Nel frattempo tra auto che si guidano da sole, applicazioni che riorganizzano i passaggi a pagamento facendo infuriare i taxisti, carsharing e tutte le nuove idee per il trasporto pubblico la struttura delle prossimità in città sta per cambiare radicalmente. È un bene.
Sapete che soltanto il 54% dei viaggiatori europei allaccia le cinture quando siede sui sedili posteriori dell’auto, nonostante il codice della strada lo imponga? L’ho scoperto sull’ultimo numero di Focus!
[…] va a piedi (la bellezza di una città è spesso data dalla prossimità dei luoghi raggiungibili a piedi), che tenga conto di chi si sposta con i mezzi pubblici, che pensi a chi va in bici e così via. Il […]
[…] Vedi anche: Perché le città potrebbero liberarsi dalle automobili […]