Prendendo appunti per una conferenza intitolata dagli organizzatori (con simpatico velleitarismo) alle tecnologie del futuro, si scopre che l’unica discussione sensata riguarda la maturazione di un metodo di indagine e interpretazione.
Il futuro non è il posto dove ci sono le novità che man mano ci vengono
offerte. Il futuro è l’insieme delle conseguenze di ciò che facciamo,
del modo in cui pensiamo le conseguenze di ciò che facciamo,
dell’apprendimento che modifica il modo in cui pensiamo le conseguenze
di ciò che facciamo. E ognuna di queste cose che facciamo genera
feedback positivi o negativi sull’azione degli altri.
Il futuro non è
un insieme di eventi prevedibili con modelli
lineari, ma il contesto storico che costruiamo agendo e pensando e
modificandoci nel processo. Dunque è l’emergere della storia dalla
complessità.
oserei dire che il futuro costituisce una possibilità, tra le altre, del flusso vitale-immaginativo al quale apparteniamo. Non so se è possibile modificarlo ma di certo possiamo dargli un senso personale e storico.
Ciao Luca,
tu sicuramente sei un esperto di convegni ed incontri. Devo dirti che quanto mai spesso mi capita di assistere ad incontri orientati ai massimi sistemi.
Quindi la riflessione che fai, per quanto ovvia, è assolutamente interessante. E ci sono un sacco di libri che prendono in analisi la cosa, forse cercando addirittura un modello di previsione.
Mi chiedo però se sia un tema adatto a questo tipo di incontro. E’ come se noi italiani siamo bravissimi ad organizzare incontri filosofici, molto meno ad incontri pragmatici.
Che ne pensi?
Interessante tema che mi affascina, così come interessanti le premesse.
A mio avviso il futuro non è altro che le decisioni del passato che si rivelano, null’altro. Da qui, l’importanza della Storia, di una coscienza storica, di una consapevolezza dei tempi che si vivono.
Buona serata.
Rino.
Caro Andrea hai ragionissima, ma per fortuna non in questo caso. Il contesto era molto pragmatico e centrato sull’esperienza di grafica al computer e animazione in 3D. Si imparava molto. Ero io ad essere strano con i miei discorsi di prospettiva. Che alla fine mi sembra siano serviti da alleggerimento..:)